Don Stefano Bocciolesi: “Questa situazione ci ha insegnato che nella vita ci sono cose importanti che possono anche fermare la corsa ‘inarrestabile’ dei Ceri

GUBBIO – A Gubbio, riferendosi alla Festa dei Ceri, dicono che l’anno è un giorno. Mi sembra che ci sia stato anche un libro con un titolo simile. Io, per la verità, preferirei cambiare l’ordine della frase. Più che l’anno è un giorno preferirei, infatti, un giorno è un anno.

Qual è la differenza? Nel primo caso ci si riferisce al fatto che tutto l’anno viene riassunto e, direi, quasi compresso dentro un unico giorno, quello del 15 maggio. Con questo termine ci si riferisce anche al fatto che tutto l’anno si aspetta e si attende spasmodicamente questa Festa come un giorno che segna la fine di un percorso e, al tempo stesso, una nuova ripartenza del popolo eugubino, attraverso una data che diviene il simbolo rituale di un “nuovo anno”, quasi come un “capodanno” eugubino.

Ma io, personalmente, rispetto a questa frase preferirei la seconda in quanto nella seconda formulazione non è più un anno che si comprime in un unico giorno, seppur importante e significativo, ma è il giorno del 15 maggio che si espande e invade tutto l’anno che, proprio per questo, diventa o ri-diventa significativo. Ciò significa che tutti i giorni vanno vissuti in pienezza e non solamente come attesa del giorno dei Ceri.

Il vivere solo per i Ceri non è un principio salutare né è qualcosa di auspicabile. Ciò ne decreta e determina il limite, non della Festa in sè, ma del modo tutto umano di viverla e interpretarla. Dico questo perché credo che questo tempo di pandemia forse ci può aiutare a vivere anche questa Festa dandogli il giusto peso e valore.

A volte serve un po’ di digiuno da ciò che riteniamo fin troppo scontato per recuperare qualcosa di quella bellezza originaria del giorno dei Ceri, troppe volte smarrita in questi ultimi anni, e anche per capire che non esistono solo i Ceri e che non è assolutamente vero che il giorno della Festa, cascasse il mondo e qualunque cosa avvenga, nessuno riuscirà mai a frenare la corsa inarrestabile dei Ceri.

Bisogna smetterla con questo delirio di onnipotenza e riconoscere umilmente che anche i Ceri si possono fermare a causa di un motivo serio. Ciò significa che i Ceri non possono essere il tutto della nostra vita perché, nella vita, ci sono cose più importanti che meritano la precedenza, cose capaci, anche, di fermare la corsa “inarrestabile” dei Ceri. Questa è una lezione da imparare e da cui, a mio avviso, poter, con umiltà e sano realismo, ripartire.

Don Stefano BocciolesiParroco di Casamorcia