Monsignor Paolucci Bedini: “Riusciamo a portare la vita di Sant’Ubaldo nei luoghi di lavoro, nelle nostre case, dentro la storia delle nostre famiglie, nelle vicende della comunità sociale eugubina, nei rapporti istituzionali, riusciamo a portare Sant’Ubaldo là dove ci sarebbe bisogno di questo grande esempio di vita…

GUBBIO – Giovedì sera la Processione serale lungo gli stradoni ha avviato i festeggiamenti per la Traslazione di Sant’Ubaldo, il cui corpo incorrotto l’11 settembre del 1194 fu trasportato dalla Cattedrale alla cima del monte Ingino, nell’antica pieve dedicata a San Gervasio, dove ora sorge la Basilica dedicata al Santo.

Oggi pomeriggio (venerdì 11 settembre) il Vescovo Luciano ha celebrato la Santa Messa in Basilica, alla presenza delle autorità civili e religiose della città di Gubbio e di numerosi cittadini, con rigide norme sul distanziamento sociale e gli ingressi contingentati in Chiesa.

Erano presenti anche tutte le cariche ceraiole della Festa dei Ceri 2020, i Presidenti delle Famiglie Ceraiole, il presidente dell’Università dei Muratori Fabio Mariani e il Maggio Eugubino, oltre al sindaco Filippo Stirati presente con il Gonfalone del Comune di Gubbio.

Traslazione, la Messa in Basilica

Dopo le letture iniziali del Vangelo, Monsignor Paolucci Bedini ha detto: “Non è un caso che Sant’Ubaldo è quassù, su un monte, e questo nostro venire in pellegrinaggio qui a omaggiare il suo corpo, ad ascoltare il suo insegnamento, è sempre mediazione della parola di Dio…

I grandi santi della storia come Ubaldo, che il popolo omaggia, sono per la gente una luce sempre accesa sul Monte che rischiara le tenebre e contribuisce a leggere la storia con occhi nuovi… I Santi come Ubaldo ci permettono di uscire dal nostro tran tran quotidiano per incontrare il Signore per condividere con tutti i fratelli e le sorelle la vita di ogni giorno…

Quando gli eugubini nel 1194, con una devozione ancora fortissima, decidono di traslare il corpo di Sant’Ubaldo quassù, le cronache dell’epoca ci dicono che compiono questo gesto quasi per proteggere il corpo del Santo Patrono che fino a quel momento era rimasto incorrotto, ma non sappiamo bene quali sono i motivi che spinsero gli eugubini a portare Sant’Ubaldo quassù, non c’era neppure questa Basilica…

Ma io credo che mentre gli eugubini credevano che portando quassù Sant’Ubaldo lo proteggessero, in realtà creavano le condizioni affinché lui da quassù proteggesse tutti gli eugubini… nel momento in cui Sant’Ubaldo viene canonizzato Sant’Ubaldo non è più soltanto degli eugubini, ma diventa patrimonio di tutta la Chiesa e di tutta l’umanità…

Il Vescovo Luciano

Tocca a noi eugubini questa grande responsabilità di raccontare la vita di Sant’Ubaldo, di portare per il mondo la storia di questo grande Santo… e allora mi viene con voi naturale condividere un pensiero, i nostri antenati hanno portato Sant’Ubaldo quassù perché tutti potessero onorarlo, ma noi oggi abbiamo la fede sufficiente per portarlo noi con la nostra vita e il nostro esempio, la nostra testimonianza… siamo noi disponibili a portarlo là dove di un esempio così luminoso c’è bisogno? 

Riusciamo a portare la vita di Sant’Ubaldo nei luoghi di lavoro, nelle nostre case, dentro la storia delle nostre famiglie, nelle vicende della comunità sociale eugubina, nei rapporti istituzionali, riusciamo a portare Sant’Ubaldo là dove ci sarebbe bisogno di questo grande esempio di vita…“.

La Santa Messa si è conclusa con “O Lume della Fede” cantato da tutti i fedeli presenti in Basilica.

Francesco Caparrucci