Alessio Manucci: “La mia idea progettuale è di collaborare con tutti i locali gestiti e vissuti dai giovani, perché li reputo il motore trainante della città e il futuro; credo che Gubbio ripartirà perché ne è sempre stata capace e fa parte del suo spirito

GUBBIO (F.C.) – Le interviste di Cronaca Eugubina sull’economia locale e sul mondo del lavoro, si arricchiscono oggi del contributo di esperienza e di sensibilità di Alessio Manucci, titolare del ristorante “Dulcis in Fundo” in Corso Garibaldi, Chef apprezzatissimo e colonna portante da sempre di “Gubbio Food Experience“, che quest’anno non si è tenuto a causa dell’emergenza sanitaria.

Con lui abbiamo fatto il punto sull’attuale situazione della ristorazione a Gubbio, sul modo in cui i ristoranti eugubini sono ripartiti con tante nuove norme di legge da rispettare, e sulle speranze e aspettative che animano professionisti come Alessio capaci di trasformare il proprio lavoro adattandolo alla situazione emergenziale attuale.

Un tavolo al ristorante “Dulcis in Fundo”

Alessio, quali norme igienico-sanitarie avete apportato al locale?

Premetto che fin dall’inizio non c’è stata chiarezza sulle norme da adottare, nell’arco del tempo si sono susseguite indicazioni varie poi smentite; finalmente siamo in possesso di linee guida ufficiali e stabili che ci hanno permesso di apportare le adeguate modifiche.

Nello specifico, il personale di sala e in cucina è dotato di mascherine e guanti; inoltre la clientela troverà dei dispenser con gel igienizzante all’entrata del locale e negli altri ambienti comuni che sono stati debitamente sanificati.

Nel concreto i posti a disposizione sono diminuiti del 50%, passando da un totale di 45 posti a uno di 20 al fine di garantire il distanziamento sociale di almeno 1 metro fra i tavoli; essenzialmente se prima un tavolo aveva una capienza di 8 clienti, adesso possono usufruirne solo in 4.

Per questo motivo credo che fra la diminuzione dei posti a disposizione e la diminuzione del flusso dei clienti; l’utile riuscirà a coprire soltanto le spese“.

Quale riscontro avete ricevuto dalla clientela in questi primi giorni di riaperture?

Abbiamo riaperto venerdì scorso, quindi non siamo in grado di definire un quadro chiaro della situazione ma sappiamo che il nostro ruolo richiede un grande senso civico, siamo responsabili di ciò che accade internamente ed esternamente al locale.

Attualmente non si può parlare di ripresa, alcuni clienti hanno paura di incorrere in sanzioni, non essendoci molta chiarezza su cosa è permesso e cosa no; ma spero che con l’arrivo dell’estate si possa assistere a una ripresa del settore“.

Lo Chef Alessio Manucci con i sommelier eugubini

Come si configura il cliente post-covid?

Io lavoro molto con una clientela giovane, quindi non credo che la capacità di spesa abbia subito variazioni repentine, ma non mi aspetto una clientela turistica, per questo motivo ho pensato a rivoluzionare il menù per venire incontro alla clientela eugubina sia dal punto di vista economico che di proposte culinarie.

Infatti, le mie preparazioni partono dalle materie prime che successivamente lavoro al fine di ottenere un risultato finale unico e ricercato“.

Quali iniziative avete intrapreso, in questo momento storico così difficile, per incrementare l’attività lavorativa?

Insieme ad altri esercenti ho fatto richiesta all’Amministrazione comunale di poter usufruire di maggior spazio all’aperto sul quale posizionare i tavoli e di poterlo fare in un orario che mi permetta una realizzazione finale ottimale; nello specifico per l’installazione dei tavoli e dei relativi distanziatori con la parte del camminamento pubblico del Corso necessito di un tempo maggiore rispetto a quello che richiedeva prima la situazione.

Alessio Manucci

Spero che possano accettare queste richieste così da far rinascere non solo l’economia locale, ma anche l’immagine di una Gubbio vestita sempre a festa, dove il centro storico diventa un punto di vanto dell’intera città, dove ogni esercente più inserire ornamenti e strutture in grado di dargli risalto.

La mia idea progettuale è di collaborare con tutti i locali gestiti e vissuti dai giovani, perché li reputo il motore trainante della città e il futuro; credo che Gubbio ripartirà perché ne è sempre stata capace e fa parte del suo spirito“.

Questa situazione ha cambiato la condizione di alcuni suoi collaboratori?

Il numero dei collaboratori è rimasto invariato, perché credo che per lavorare bene e dare un servizio al cliente ci sia bisogno di personale qualificato che svolga un servizio professionale e che mi possa sostenere nella preparazione e lavorazione delle materie prime per le quali è necessario tempo e mano d’opera“.

Eliana Bucchi