Gli sarà intitolato il foyer del teatro comunale “Luca Ronconi” di Gubbio. Conobbero ed ebbero rapporti con personalità musicali di primo piano come Mascagni, Toscanini e Verdi

GUBBIO – Il 23 marzo (oggi ndr.) era in programma un pubblico evento, organizzato dal Comune di Gubbio, dall’Associazione PocketOpera, dalla Società Operaia, dal Teatro comunale “Luca Ronconi” e dagli eredi Procacci, con il quale il foyer del teatro comunale “Ronconi” sarebbe stato intitolato ai fratelli Giuseppe e Alessandro Procacci, tenori eugubini a cavallo tra l’800 e il ‘900.

L’evento, per effetto delle disposizioni governative per il contenimento della propagazione del coronavirus, è stato rinviato a data da destinarsi che verrà comunicata appena ridefinita.

I tenori eugubini Giuseppe e Alessandro Procacci

Chi erano i fratelli Giuseppe e Alessandro Procacci?

Due cantanti lirici di professione, entrambi tenori con carriere differenti ma, entrambe gratificanti, vissuti a cavallo tra l’Otto e il Novecento; hanno interpretato ruoli primari nelle opere più importanti dei grandi compositori da Verdi a Puccini, da Donizetti a Rossini, Mascagni, Pergolesi.

Il primogenito Giuseppe nasce il 7 dicembre del 1856, la famiglia gestiva una locanda, il “Il Leon d’oro” in una città dell’Umbria.

Giuseppe appena quindicenne aiuta il padre nel servizio ai tavoli e un giorno entra nella locanda Antonio Pessina, agente teatrale di Milano, in cerca di artisti. A Giuseppe, mentre serve a tavola, piace cantare e l’agente rimane impressionato e si offre di portarlo a Milano per fargli studiare canto.

La carriera artistica vera e propria di Giuseppe Procacci, dura poco più che un decennio (1882/1895) ed è stata discontinua passando da momenti esaltanti ad altri mediocri, a causa di circostanze impreviste con impresari non sempre all’altezza.

Canta in quasi ogni grande città d’Italia, passando nei teatri più importanti di Venezia, Roma, Firenze, Genova, Napoli e in 11 città in paesi stranieri (Malta, Portogallo, Spagna, Venezuela, Grecia, Russia ed Egitto). Esegue 366 recite, di cui 19 a Gubbio.

Sulla Gazzetta Musicale di Milano il D’Arcais scriveva: “Altri meriterebbero una carriera più brillante come il tenore Procacci. Bella voce, ottimo accento, arte di canto, disinvoltura sula scena. Come mai il Procacci è condannato a non cantare in teatri di prim’ordine?”.

È pur vero che ha voluto restare, per sua scelta, sempre vicino a Gubbio per partecipare alla vita della sua città che ama, è Socio onorario della Società Operaia e quando cantava gli eugubini tappezzavano la città dei suoi manifesti. Uno dei motivi, inoltre, che lo hanno spinto a chiudere anticipatamente la sua carriera lirica, è stata la sua netta opposizione al sistema che dava all’impresario il 30% del compenso.

Gli ultimi appuntamenti sono a Gubbio in teatro il 21 giugno 1921 e nella chiesa di San Pietro a dicembre del 1927. Il 12 agosto di quell’anno a Gubbio c’è Beniamino Gigli che tiene un concerto, un fatto che molti, ancora oggi, ricordano come un evento “epocale”; ci piace immaginare l’incontro tra il trentasettenne Beniamino e il settantunenne Giuseppe, che muore a Gubbio nel 1935 a 79 anni.

Il tenore eugubino Alessandro Procacci

Alessandro Procacci 

Alessandro Procacci, fratello minore di Giuseppe nasce il 25 dicembre del 1869 e va a studiare canto presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma.

Il suo debutto è il 23 novembre 1898 al teatro Lirico di Milano, nella sua carriera ha interpretato 31 opere, di cui 2 in prima assoluta “Il violino di Cremona” di Giannetti e la “Cenerentola” di Wolf Ferrari.

La carriera lirica di Alessandro è durata meno di venti anni di cui quasi sette passati all’estero; ha cantato in una quarantina di città italiane, ma importanti sono le tournée nel mondo, cantando in almeno cinquanta città delle Russie, che hanno caratterizzato gran parte della vita del tenore.

Da ricordare le tournée nelle isole di Giava, nelle Filippine, in Egitto e quelle tre nell’impero zarista da quale, nel 1914, deve scappare a causa della mobilitazione generale proclamata per lo scoppio della prima guerra mondiale. Viaggia da Lublino a Vladivostok attraverso tutta la Russia sull’asse della transiberiana che, iniziata nel 1903, ha portato impulso demografico ed economico collegando la Siberia all’Europa e l’occidente alla Cina.

In un articolo leggiamo: “L’entusiasmo del pubblico fu riservato a Procacci… un duca di Mantova simile sarà difficile che ci capiti di ascoltare… non molto tempo fa abbiamo sentito questa stessa romanza nell’esecuzione di Sobinov che in confronto a Procacci è stata cantata in modo inespressivo…”. Sobinov (1872- 1934) è stato uno dei tenori più famosi della Russia.

La cartolina da Vladivostok in Russia

Conclusioni

Sebbene Alessandro Procacci sia sempre rimasto attaccato alla sua terra, ma sempre lontano sia per le lunghe tournée che per essere andato ad abitare a Napoli, abbiamo l’impressione che Giuseppe abbia lasciato un più consistente impronta nella sua Gubbio partecipando, anche dopo la fine della sua carriera, alla vita della comunità eugubina.

La biografia di Alessandro riequilibra il valore artistico dei due fratelli, i quali conobbero ed ebbero rapporti con personalità musicali di primo piano come Mascagni, Toscanini ed altri compreso, con ogni probabilità, lo stesso Verdi.

Non solo, ma oltre ad imbattersi con professionisti del settore musicale ebbero modo di incontrare aristocratici e personaggi della politica come il Presidente del Venezuela che invitò a pranzo Giuseppe.

Viviana Barbi e Francesco Caparrucci Fotografie Associazione PocketOpera/eredi Procacci