Il fotografo eugubino Gianfranco Gavirati lo ricorda con parole commosse: “Segnava molti gol insieme a Cagnazzo. Pasqua era agile e veloce, Cagnazzo più possente. Mi era venuto a trovare prima di Natale al negozio in Corso Garibaldi, e ricordammo come sempre i tempi in cui vestì la maglia rossoblù, quando il Gubbio militava in Quarta serie

Ospedale di Perugia

GUBBIO – Si è spento all’Ospedale di Perugia nella tarda mattinata di oggi (lunedì 23 marzo), a causa del Coronavirus, l’ex calciatore e attaccante rossoblù Vincenzo Pasqua (76 anni), che a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 ha indossato la maglia rossoblù lasciando un ricordo indelebile nella memoria dei tifosi eugubini.

Il fotografo eugubino Gianfranco Gavirati, lo ricorda con parole commosse: “C’era un detto a Gubbio ‘Dio perdona, Fucilino no’, mutuato da un film western dell’epoca. I tifosi eugubini misero anche uno striscione con questa scritta, esposto in Piazza Oderisi e Corso Garibaldi, dedicato a Renzo Pasqua. 

Segnava molti gol insieme a Cagnazzo. Pasqua era agile e veloce, Cagnazzo più possente. Mi era venuto a trovare prima di Natale al negozio in Corso Garibaldi, e ricordammo come sempre i tempi in cui vestì la maglia rossoblù, quando il Gubbio militava in Quarta serie. 

Il Gubbio 1970 con Vincenzo Pasqua (terzo in piedi da sinistra)

In quel periodo, c’era molta gente al vecchio San Benedetto a vedere la partita la domenica. A bordo campo a fare foto, c’eravamo sempre io e Marsilio Pierotti. Poi, dopo la partita, sviluppavo le fotografie e le esponevo al negozio a San Martino e in Corso Garibaldi. Chiamavo i giocatori ‘gli angeli della domenica‘.

Renzo Pasqua mi veniva sempre a trovare, veniva anche Falasconi, che segnò l’1-0 iniziale del Gubbio nella storica amichevole di Coverciano contro l’Italia“.

Nella foto storica Gavirati 1970 che pubblichiamo in copertina, si vedono in piedi da sinistra Comm. Balducci, Pierotti, Pasqua, Cerafischi, Cagnazzo, D’Aprile, Cenci, Prof. Sannipoli. In basso: Rossi, Ferrari, Berettini, Martini, Chiaraluce.

Francesco CaparrucciFoto archivio storico Gavirati