Il Presidente dell’associazione Iridium: “Questo territorio deve stare al passo coi tempi, affinché possa essere pronto a promuovere il tartufo come prodotto di eccellenza del territorio eugubino” 

GUBBIO – Cronaca Eugubina prosegue gli approfondimenti con il presidente dell’associazione Iridium Mario Salciarini, questa volta riguardo la valorizzazione di un nostro tipico prodotto gastronomico: il tartufo bianco.

Il Presidente Salciarini ci ha parlato della questione della valorizzazione del prodotto, impostando la questione prima su un piano normativo europeo e poi avanzando delle proposte.

Riguardo alla questione tartufo, c’è da dire che la sua condizione giuridica sta cambiando. L’Unione Europea ha infatti stabilito con un Regolamento del 2013, che esso è da considerarsi un prodotto agricolo e allo stato attuale solo la legislazione italiana non lo considera tale. La strada è lunga, ma è inevitabile e con le ultime leggi il cavatore ha l’obbligo di dichiararne la vendita e l’acquirente di dichiararne la provenienza.

Anche l’IVA è stata portata ai livelli dei prodotti agricoli” (nel 2019 è stata abbassata al 5% N.d.R.). “La necessità di indicare la provenienza del prodotto, risponde all’esigenza di tracciabilità, richieste dalla direttive del pacchetto normativo sull’igiene (HACCP), cosa che poneva fino ad oggi i ristoratori nelle condizioni di essere sanzionati a causa della mancata tracciabilità”.

All’approvazione di questa legge, dice il presidente SalciariniAnche il nostro tartufo bianco potrà essere oggetto di contributi comunitari nell’ambito del fondo per lo sviluppo rurale, che consentano l’utilizzo di marchi di qualità (Dop, Igp, ecc.…), in modo da poter rendere questo prodotto un’eccellenza tipica”.

Il nostro territorio deve stare al passo coi tempi, affinché possa essere pronto a promuovere il tartufo come prodotto di eccellenza del territorio eugubino, non solo quello pregiato, che è limitato a soli due mesi dell’anno”, (da metà ottobre a dicembre) “ma anche a tutte le varietà di bianco” (lo scorzone bianco, il bianchetto, l’uncinato) che durante tutto l’anno possono essere raccolti e che costituiscono l’eccellenza in molti piatti che possono essere assaggiati nelle nostre zone.

Questa caratterizzazione è molto importante, anche per evitare che l’Umbria diventi una regione unicamente caratterizzata dalla produzione del solo tartufo nero di Norcia”.

Conclude Mario Salciarini invitando ad unire tutte le forze per conseguire l’obbiettivo di questo riconoscimento. “È necessario quindi, unire le forze in un dialogo costruttivo e immediato, per far sì che al tartufo bianco venga associato l’immagine di questo nostro territorio affascinante”.

Daniele LilliFotografie Cronaca Eugubina