Eva Antonini: “Da bambina giocavo spesso nelle vicinanze di una collina di argilla rossa, immagino che le sensazioni al tatto dell’argilla siano ancora rimaste impresse nella mia memoria, plasmare e trasformare il materiale con le mie mani, mi ha dunque sempre affascinata

La mostra di Eva Antonini al Bargello

GUBBIO – Palazzo del Bargello a Gubbio, si conferma come luogo di elezione per gli artisti contemporanei. Ricco il calendario del 2019, che nel mese di giugno vede la prestigiosa mostra personale della scultrice svizzera Eva Antonini.

La mostra dal titolo “Silenziose Terre” promossa ed organizzata dall’Associazione Cultura La Medusa, che ha il patrocinio del Comune di Gubbio e della Società Balestrieri città di Gubbio, è ospitata nella pregevole cornice di Palazzo del Bargello dal 1° al 30 giugno.

E proprio sabato 1° giugno si è svolto il vernissage alla presenza della curatrice della mostra Elisa Polidori e delle Istituzioni locali. Eva ha detto di se durante il vernissage: “Da bambina giocavo spesso nelle vicinanze di una collina di argilla rossa, immagino che le sensazioni al tatto dell’argilla siano ancora rimaste impresse nella mia memoria, plasmare e trasformare il materiale con le mie mani, mi ha dunque sempre affascinata“.

Ed ancora: “Recentemente ho inaugurato il mio atelier  a Lugaggia,, il mio rifugio, il mio piccolo paradiso, ma è anche un luogo di condivisione, dove organizzo mostre e corsi“.

Eva Antonini

La biografia 

Eva Antonini nasce a Rapperswil (Svizzera), luogo d’infanzia, di adolescenza e di studi. Acquisisce i primi rudimenti artistici dal padre, dotato di grande manualità e talento, che la vita purtroppo non gli ha concesso di esplicare. Fin da bambina mostra una naturale predisposizione a plasmare la creta, materia che più tardi prediligerà nella creazione di sculture di medio e grande formato.

Dal 1981 al 1985 vive a Ginevra dove muove i primi passi nel mondo del lavoro, seguendo al contempo anche una formazione commerciale e linguistica, arricchita da numerosi viaggi (Inghilterra, Italia e Stati Uniti con tappe nel Medio ed Estremo Oriente). Nel 1985 si trasferisce nel Canton Ticino con l’intento di approfondire le sue conoscenze linguistiche, in particolare dell’italiano e dell’inglese. Dal 2002 orienta in modo definitivo la sua scelta professionale verso il settore artistico.

Nel suo percorso formativo acquisisce nozioni fondamentali sui materiali scultorei, quali la creta, il gesso, l’alabastro e il marmo e, allo stesso tempo, segue corsi di specializzazione e frequenta gli atelier di maestri scultori quali Oreste e Antonio Quattrini, Giorgio Eros Morandini, Giovanni Cimatti e Ettore Greco.

Nel 2003 partecipa alle prime esposizioni collettive e nel 2005 ottiene un premio per la scultura dalla Biennale Internazionale di Arte Contemporanea di Firenze. Nel 2006 riceve il primo incarico per la creazione di una scultura in bronzo destinata ad uno spazio all’aperto a cui ne seguiranno altri. Dona diverse opere in occasione di aste di beneficenza a favore di istituzioni sociali. A richiesta impartisce delle lezioni private e di gruppo, mirate all’insegnamento di nozioni tecniche e di modellaggio.

Prosegue, senza sosta, con la ricerca e la sperimentazione di approcci alla scultura, a cui si aggiunge la partecipazione ad esposizioni e simposi internazionali che alimenteranno gli stimoli creativi, in un costante mettersi in gioco di fronte alla creazione.

La sua attività creativa si fa via via inarrestabile e concitata, soprattutto nel silenzio della notte. La possibilità di poter trasferire le sue idee sulla materia la pervade in maniera quasi ossessiva, la tormenta.

Tormento che poi si alterna con l’euforia, soprattutto a opera compiuta, e alla brama e l’impazienza di cominciarne un’altra. I volumi, l’armonia delle forme, il linguaggio del corpo, la sua fragilità, il suo mistero, la sua espressività l’affascinano sempre di più. Pur lavorando anche con materiali quali il marmo e il gesso, un’attrazione profonda, quasi ancestrale, la riconduce sempre e nuovamente verso la terra che, pur essendo un materiale ostico, ha la sua predilezione.

Eva raccoglie nelle sue opere un percorso di conoscenza profonda del corpo umano, della sua precisa dimensione metrica, un anatomia tanto conosciuta quanto celata, nascosta.sottolinea Elisa Polidori, Storico dell’Arte e Presidente dell’Associazione Culturale La Medusa –  I corpi giungono a noi frazionati, non interi, quasi interrotti. Come interrotta molto spesso è la vita di ciascuno di noi. Interrotta nei sogni, nei sentimenti, nei percorsi umani e spirituali.

Da queste interruzioni, da questi frastagli tormenti emotivi, dalla non definizione si ode la storia, possiamo sentirla, è di fronte a noi ci parla.

Eva la racconta silenziosamente, le sue sculture hanno le labbra chiuse ma non serrate, non silenti, quelle labbra ci parlano, perché gli occhi non possono, quelle labbra ci raccontano di silenziose Terre che Eva Antonini ha visto o vissuto, seppur in sogno o in altre vite, e ce le riporta in tutta la loro grandezza”.

Fotografie Giampiero LilliVideo Cronaca Eugubina