Don Stefano Bocciolesi: “I nostri cari fratelli defunti ci sono, sono qui, ci guardano dal cielo, pregano per noi e spero ci aiutino a recuperare il senso più autentico della Festa dei Ceri senza mai dimenticarci dei Santi. Dico sempre che corriamo con San Giorgio e corriamo per Sant’Ubaldo

Festa di San Giorgio Martire, la Messa per i ceraioli defunti

GUBBIO (F.C.) – Lunedì sera (22 aprile) a Santa Maria dei Servi in Corso Garibaldi, in occasione delle celebrazioni della Festa di San Giorgio Martire ad onore e gloria, don Stefano Bocciolesi ha officiato la Messa in suffragio dei ceraioli sangiorgiari defunti.

Per l’occasione erano presenti tutte le autorità ceraiole, a cominciare dai Capitani e Capodieci della Festa dei Ceri 2019, i Presidenti delle Famiglie ceariole, il trombettiere Marco Tasso.

Nell’omelia don Stefano Bocciolesi ha detto: “Quest’anno la festa di San Giorgio è attaccata alla Pasqua e questo ci fa fare una riflessione, i Santi, ma soprattutto i martiri ci sono perché c’è stata la Pasqua. La Resurrezione di Cristo, che è stato il primo martire, ha fatto sì che tanti testimoni nel corso dei secoli si ricollegassero a quell’evento pasquale. San Giorgio che è venerato in tutta Europa è un martire, un testimone che si è sacrificato.

Don Stefano Bocciolesi

Se siamo qua oggi è perché siamo testimoni di questo grande Santo che ci ricollega a Gesù e ha dato la propria vita per valori importanti, per un amore talmente forte che ha messo in primo piano l’annuncio evangelico rispetto ai propri interessi personali.

Se siamo qui per questa celebrazione, che a mio avviso è tra le più belle perché ricordiamo con affetto chi non c’è più e perché San Giorgio è stato iniziatore di una tradizione che viene tramandata di padre in figlio.

La prima cosa che voglio dire è di non smarrire le nostre radici, e la Festa dei Ceri ci ricollega alle nostre radici. Questa festa ci riporta alle nostre origini e senza le radici, senza queste persone che non ci sono più e che ci hanno tramandato i veri valori della Festa, noi non saremmo qui. In questa celebrazione possiamo vivere quella fede, possiamo celebrare San Giorgio come testimone di chi ha saputo dare la propria vita e coloro che hanno dato la vita per Gubbio.

Bisogna riprendere questi valori se non vogliamo sporcare la Festa dei Ceri, che è una Festa corale, da soli non si fa niente. Tutti insieme siamo utili, bisogna trovare questa comunione tra noi, basta individualismi, da soli non si fa niente. Bisogna trovare questa comunione tra tutte le Famiglie ceraiole nella diversità di ciò che siamo.

Siamo chiamati a trasmettere quei valori belli di solidarietà, condivisione e amicizia. Bisogna tornare al passato per raccogliere questi valori e vedere come venivano trasmessi. Torniamo a vivere la Festa nella semplicità e lasciamo perdere tutte quelle cose che appesantiscono.

I nostri cari fratelli defunti ci sono, sono qui, ci guardano dal cielo, pregano per noi e spero ci aiutino a recuperare il senso più autentico della Festa dei Ceri senza mai dimenticarci dei Santi. Dico sempre che corriamo con San Giorgio e corriamo per Sant’Ubaldo“.

Al termine della Messa è stata letta la Preghiera del Ceraiolo sangiorgiaro ed è stata consegnata una pergamena ai familiari dei ceraioli defunti.

Con la seguente motivazione letta dal Presidente della Famiglia dei Sangiorgiari Patrick Salciarini: “La Famiglia dei ceraioli di San Giorgio consegna la pergamena alla memoria di quei ceraioli che con impeto giovanile, con schietta, disinteressata e goliardica passione sangiorgiara hanno contribuito fattivamente con esempio a magnificare e onorare il glorioso Cero di San Giorgio.

Hanno inoltre contribuito a compattare e animare le fila sangiorgiare con bontà d’animo e spirito di servizio dedicando energie, intelligenza, lavoro fisico e intellettuale e cuore. Ai nostri ceraioli e per la città tutta“.

Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina