L’ex rossoblù Felice Parisi: “Gubbio ti rimane dentro perché è diversa da altri posti. Si vive calcio e Festa dei Ceri in una maniera incredibile. Non dimentico nemmeno il magazziniere Mastro. Quando andavamo in trasferta mi portava la macchina allo stadio o all’albergo dove eravamo in ritiro. Era una persona speciale

Felice Parisi

GUBBIO – Felice Parisi è uno dei migliori talenti che hanno indossato la maglia del Gubbio. All’allora “San Biagio” di giocatori che infiammavano la tifoseria con una giocata ce ne erano diversi e Parisi era uno di questi.

Un grande numero 10. Si, perché al tempo, quel numero era indossato soprattutto da chi in campo riusciva a trasmettere quel qualcosa in più alla squadra e anche ai tifosi.

Felice Parisi da Nola, a Gubbio ha vissuto 4 stagioni indimenticabili (dal 1996 al 2000), per lui e per i tifosi del Gubbio. Gli anni della risalita dall’Eccellenza alla C2.

Ho ricordi stupendi. Gubbioafferma l’ex fantasista rossoblù Parisiè stata la tappa della mia carriera che ricordo con più piacere. Quattro stagioni esaltanti in cui si legano dei rapporti anche extracalcio. Gubbio ti rimane dentro perché è diversa da altri posti. Si vive calcio e Festa dei Ceri in una maniera incredibile. Almeno due tre volte l’anno torno in città, per una visita ai miei amici Matteo Gavirati e Valerio Vagnarelli“.

Il Gubbio ai tempi di Felice Parisi

Parisi vive a Lugo di Romagna, è ancora nel calcio ricoprendo il ruolo di responsabile del settore giovanile del Sant’Agata Sport società affiliata alla Spal e ovviamente segue il Gubbio.

Sono sincero, ho tanti impegni con il lavoro e non conosco il Gubbio come squadra nei minimi dettagli. Però posso dire che seguo le varie vicende attraverso social, internet e giornali. Con Galderisi la squadra è in buone mani.

E’ vero che nel mercato di gennaio sono andate via pedine di valore come Marchi, ma ne sono arrivate altrettante. La classifica è corta, tutto può succedere e io faccio il tifo che i rossoblù possano raggiungere i play-off. Requisiti fondamentali: lavoro quotidiano e piedi per terra“.

Come affermato dall’ex rossoblù in apertura, ricordi stupendi lo legano alla città, alla squadra e alla tifoseria. “Ricordo tante cose. I più belli, il gol all’ultimo minuto al Foligno in serie D, vincemmo 2-3 e capimmo che avremmo potuto vincere quel campionato. Un altro invece, alla Triestina in C2 sempre allo scadere, finì 1-1.

Leonardo Acori

Per quanto riguarda i compagni di squadra i vari Mattioli, Caracciolo, Bignone, Proietti, mentre penso che l’attaccante più forte col quale ho giocato è stato Giovanni Cornacchini.

Non dimentico nemmeno il magazziniere Mastro. Quando andavamo in trasferta mi portava la macchina allo stadio o all’albergo dove eravamo in ritiro. Era una persona speciale.

Poi anche mister Acori, che tutt’ora sento a distanza di 20 anni. Un allenatore che riusciva a mettere in campo tanta qualità e un equilibrio importante. Infine ci tengo ad abbracciare la tifoseria, che ci ha sempre sostenuto ovunque e che mi ha riconosciuto di avere la maglia rossoblù cucita sulla pelle“.

Di Emanuele Giacometti – Si ringrazia Felice Parisi per le fotografie