L’Assessore Oderisi Nello Fiorucci: “Siamo molto felici perché può solo far crescere l’attenzione della nostra comunità all’evolversi dell’arte, ma è anche interessante anche per il turista che passa vedere come Gubbio sia anche capace di ospitare nuove forme di arte

La mostra fotografica di Vincenzo Lagalla

GUBBIO – Si è aperta sabato 1° dicembre la mostra fotografica di Vincenzo Lagalla dal titolo “L’Attraversamento“, presso Palazzo del Bargello a Gubbio. La mostra ha il patrocinio del Comune di Gubbio ed è organizzata e promossa dall’Associazione Culturale La Medusa.

La ripresa della tecnica del sandwich, in uso nella fotografia analogica degli anni Settanta, volta alla sovrapposizione degli elementi rappresenta in Lagalla il pretesto per estendere il campo della ricerca al corpo.

Per quale motivo intendo procedere dalla parola, assente nei sandwich, e non dalla fotografia che invece ne rappresenta l’elemento immediatamente visibile e trionfale? La parola, che spesso Lagalla sottopone a torsioni e giochi, è matrice di un luogo – nella duplice accezione di lingua madre ed estensione spaziale – che tradisce, rivelandolo, lo spazio d’intervento come luogo privilegiato del corpo autorale il quale non esclude la storia personale e le motivazioni etico-sociali.

Dunque, il punto di partenza è la parola come lingua-luogo-madre, qui esemplificato nella dimensione visiva e tattile della campagna salentina, ma sono ancora i giochi e le torsioni tipiche del lavoro dell’autore sul linguaggio verbale a riproporsi in altra veste nel campo del sandwich; la moltiplicazione dei sensi, sempre attraverso il gioco, divarica l’afflato e mette in piedi l’opera.

Il discorso sulla parola potrebbe anche terminare qui, nella costruzione di una sintassi che qualunque sia lo strumento di indagine scelto da Lagalla, vede svolgersi all’interno del discorso la manomissione della regolarità del discorso stesso a vantaggio di una costellazione di sensi tale da creare connessioni improvvise, aperture, salti cognitivi.

Vincenzo Lagalla

Un uomo d’affari, vestito di tutto punto, attraversa la campagna salentina con in mano la sua fidata ventiquattrore. Gli ulivi che gli si parano davanti diventano porta d’ingresso in un altro mondo, al punto che l’uomo d’affari perde i suoi abiti, si spoglia e nudo attraversa la campagna, uscendone rinnovato.

Il corpo nudo è allo stesso tempo liberazione, recupero etico-sociale di messaggi carichi di apertura all’altro, ma anche connessione immediata di un corpo che aderisce al mondo. Qui, l’opera, in senso heideggeriano, mondifica e nel mezzo della scossa, della stoss, l’uomo d’affari si scopre diverso.

All’inaugurazione hanno partecipato la presidente dell’Associazione La Medusa Elisa Polidori, l’assessore al turismo Oderisi Nello Fiorucci e Alessandro Cerbella in rappresentanza della Società Balestrieri di Gubbio.

E’ un gran piacereha dichiarato l’assessore Fiorucciavere sempre queste mostre d’arte con tecniche diverse, siamo molto felici perché può solo far crescere l’attenzione della nostra comunità all’evolversi dell’arte, ma è anche interessante anche per il turista che passa vedere come Gubbio sia anche capace di ospitare nuove forme di arte“.

Anche Alessandro Fiorucci ha espresso tutto l’apprezzamento per le varie iniziative che si svolgono all’interno di Palazzo del Bargello: “Ringrazio l’associazione La Medusa perché durante l’anno fa vivere questi spazi, fa vivere il nostro Museo della Balestra. E’ un’associazione che sta puntando tantissimo su questo percorso culturale e si è creata con loro una bella sinergia“.

Galleria di Palazzo del Bargello

Ha poi concluso la presidente Elisa Polidori: “Le opere qui esposte sono frutto di una ricerca e di una selezione, sono piene di spunti. E’ un percorso che porta a Gubbio per la seconda volta, la prima mostra al Museo Diocesano era una mostra di fotografia sperimentale. Speriamo di poter vedere altre tue opere qui a Gubbio prossimamente perché per noi è un piacere ospitare la fotografia che è rara nel mondo dell’arte“.

La biografia di Vincenzo Lagalla

L’esperienza artistica di Vincenzo Lagalla inizia nella metà degli anni ‘70 in Salento. Alla fine del 1985 si trasferisce a Genova, dove tuttora vive e opera. Il periodo iniziale è caratterizzato dalla pittura metafisico-surreale a cui seguirà la produzione di oggetti costruiti con materiali ritrovati e di uso comune, oltre alle performances realizzate nella campagna salentina e documentate fotograficamente.

In seguito si occupa direttamente di fotografia, preferendo ai singoli scatti, lunghe sequenze di slides presentate con commento sonoro. Alcune immagini sono realizzate con “Sandwich di slides”. È di questo periodo il coinvolgimento nella pratica della Poesia Visiva. Frequenta il Laboratorio Poesia di Novoli, diretto da Enzo Miglietta, dove esporrà nell’83 una lunga sequenza di foto in B&N sistemata su 25 mt. di iuta.

Inaugurazione a Palazzo del Bargello

L’arrivo a Genova, nel 1985, e il rapporto artistico e umano con Rolando Mignani modificheranno la sua prospettiva espressiva. Inizia a realizzare una serie di Installazioni, intese come estensione spaziale della produzione di oggetti del periodo salentino; contestualmente intensifica il lavoro sul testo visivo.

Il 1990 segna il ritorno alla pittura, di ambito informale, con utilizzo di smalti su “legno s-compensato” e la costruzione dei Rotoli, con immagini su un lato e testi sull’altro. Dopo la partecipazione con una performance alla manifestazione tenuta a Palazzo Marino, sede del Museo Archeologico, Rosignano Marittimo nel 1996, prosegue la propria ricerca in studio per tornare ad esporre nel 2010 con la mostra fotografica “Edipo e l’Ulivo” al Cinema Sivori di Genova.

Tra le collettive più recenti, oltre alla presenza al Museo della Carale a Ivrea, si ricordano la partecipazione alle rassegne “Il lavoro dell’artista. Un percorso genovese 1977-1989” (Genova, Palazzo Ducale, 2013 e Lecce, Castello Carlo V, 2015), “Nord-Sud, andata e ritorno” (Genova, Gingoo, 2017), “Chi ha paura dell’arte contemporanea?” (Genova, Entr’acte, 2018). Tra le personali si annoverano quelle tenute nel 2017 nel Museo Diocesano di Gubbio e alla Malinpensa Galleria d’arte di Torino.

Fotografie Giampiero Lilli e Cronaca Eugubina