Gli avvelenamenti possono essere accidentali o dolosi. I veleni maggiormente utilizzati per l’avvelenamento di cani e gatti sono: il veleno per topi, la stricnina, la metaldeide o lumachicida, i pesticidi, il glicole etilenico
Il brigadiere capo Ubaldo Morganti ha ricordato che è buona prassi sporgere querela presso i Carabinieri Forestale
GUBBIO – Si è tenuto sabato pomeriggio a Madonna del Ponte, presso il negozio Scodinzolando di Sabrina e Giorgio Bocci, l’incontro sul tema di stretta attualità dell’avvelenamento di cani e gatti tramite esche, di cui molti casi si sono verificati anche nella città di Gubbio.
Se n’è parlato alla presenza della Dottoressa Lucia Vispi, medico veterinario libero professionista, con la partecipazione del brigadiere capo Ubaldo Morganti dei Carabinieri Forestale, che ha spiegato ai presenti la procedura legale per attivare il riconoscimento dell’esca e la tipologia di veleno utilizzata, e ha parlato della procedura per sporgere querela alla Procura della Repubblica nel caso il proprio cane o gatto venisse avvelenato.
In apertura Sabrina Bocci ha spiegato: “Ci siamo passati in molti per quei momenti in cui ci si accorge che il proprio cane o gatto è stato avvelenato, e non si sa bene cosa fare. Il tempo vola in quei frangenti, ed è importantissimo saper agire correttamente e tempestivamente“.
La Dottoressa Lucia Vispi ha spiegato: “L’assunzione di sostanza nociva può avvenire per ingestione, inalazione o contatto cutaneo. E’ molto importante comunicare bene ciò che è accaduto al proprio medico veterinario di fiducia, che interviene per decontaminare l’organismo.
Gli avvelenamenti possono essere accidentali, ad esempio avvenire nelle nostre case, dolosi, con esche e bocconi avvelenati preparati con alimenti appetibili come carne macinata, grasso, formaggio, pesce. Una forma di grave avvelenamento è quella con esche che al proprio interno contengono taglienti, lame o pezzi di vetri.
In questi casi è d’obbligo mantenere la calma, chiamare subito il veterinario, portargli l’esca avvelenata toccandola con guanti, raccontare al veterinario particolari importanti circa il modo in cui l’animale ha assunto veleno. Talvolta è possibile intervenire anche nelle prime due ore, inducendo il vomito, ma è importante che il cane sia vigile. Non sono consigliati modi di agire fai da te.
Il vomito può essere indotto con il sale grosso, così che l’animale in 15 minuti vomita. Oppure con una soluzione satura di acqua e sale da iniettare in bocca al cane, o con acqua ossigenata al 3%. Si possono somministrare anche adsorbenti intestinali, se c’è stato un contatto cutaneo occorre lavare il cane con acqua corrente e sapone neutro.
Si può anche tosare il pelo, ma bisogna andare subito dal medico veterinario. I sintomi dell’avvelenamento posso essere un aumento delle secrezioni (ipersalivazione, lacrimazione), i crampi addominali, le convulsioni, il coma e infine la morte“.
Sono stati poi elencati i veleni maggiormente utilizzati per gli avvelenamenti di cani e gatti: il veleno per topi, la stricnina, la metaldeide o lumachicida, i pesticidi, il glicole etilenico, o forme di avvelenamenti per somministrazione impropria di farmaci.
I cani e gatti possono subire anche intossicazioni alimentari per aver ingerito aglio, cipolla e cioccolato. O per aver ingerito parti di piante ornamentali come l’azalea, l’ortensia, il mughetto, l’oleandro, il ciclamino. Cosa si deve fare in tutti questi casi? Avere calma, coccolare il cane e mantenerlo in un ambiente tranquillo, chiamare subito il veterinario, rispondere correttamente alle sue domande fornendo particolari sull’avvelenamento, se possibile raccogliere l’esca in un sacchetto e portarla al veterinario.
Il brigadiere capo Ubaldo Morganti ha ricordato che è buona prassi sporgere querela presso i Carabinieri Forestale in via della Piaggiola per agevolare anche la bonifica del territorio. Si tratta, infatti, di veri e proprio reati.
Di Francesco Caparrucci – Fotografie e video Cronaca Eugubina