La signora Umbra, che vive a due passi dall’ascensore e al decoro della cosa pubblica ci tiene, perché qui è nata e vive da sempre, ha preso lo straccio e ha dato una bella pulita all’ascensore

Pipì nel vano interno dell’ascensore di San Pietro

GUBBIO – La signora Umbra, 80 anni, da una vita residente nel centro storico di Gubbio, ha preso il secchio dell’acqua, il sapone, lo straccio e lo spazzolone e ha pulito il vano interno dell’ascensore che dal parcheggio sotterraneo di San Pietro sale fino in via Camilla Boncompagni.

Lo ha fatto perché da un paio di giorni all’interno dell’ascensore si doveva fare attenzione dove mettere i piedi, perché c’era una pozza di pipì che emanava tra l’altro un forte odore di urina.

Chi abbia fatto la pipì nell’ascensore non è dato saperlo, forse una persona, forse un animale, visto che alcuni cittadini ci hanno detto che è frequente vedere persone con cani al guinzaglio prendere l’ascensore. Ma sta di fatto che, chi ha sporcato l’ascensore non si è preso certo il disturbo di pulirlo.

Così la signora Umbra, che vive a due passi dall’ascensore e al decoro della cosa pubblica ci tiene, perché qui è nata e vive da sempre, ha preso lo straccio e ha dato una bella pulita all’ascensore. Ha pulito non soltanto il pavimento, dove ristagnava da almeno due giorni la pipì, ma anche il vetro a specchio interno dell’ascensore e le pareti, così bene da averle fatte lucide.

Palestra di San Pietro

Già nelle scorse settimane ci eravamo occupati dello stato di questa parte del centro storico di Gubbio. Avevamo fotografato i vetri rotti della ex palestra di San Pietro, probabilmente presi a sassate da ignoti, dall’alto di via Boncompagni o dal prato sottostante dal momento che l’accesso è libero.

Ma avevamo anche documentato lo stato manutentivo dell’area verde che sorge intorno alla vecchia palestra di San Pietro, con i prati disseminati di escrementi di cani e di cartacce.

Ora i cittadini, e i residenti che vivono nei paraggi che abbiamo sentito, chiedono soltanto che siano rispettate le più elementari forme di educazione e di vivere civile.

Di Francesco Caparrucci