Mesi fa ci fu chi propose di ripristinare la figura del custode. La siepe dietro il monumento del Milite Ignoto scambiata per latrina da una comitiva di turisti

Un sedile rovinato

GUBBIO – “Il simbolo della rigenerazione della città potrebbe essere Piazza Quaranta Martiri, come si è già detto l’ipotesi è quella di organizzare un concorso internazionale”.

Queste le parole con le quali il 10 febbraio scorso a Palazzo Pretorio, durante la riunione della II Commissione, l’architetto Leopoldo Freyrie presentò il masterplan frutto del progetto “L’Oro di Gubbio. Strategie di rigenerazione urbana“.

Ma a guardare le fotografie che pubblichiamo in questo articolo, siamo davvero molto lontani dalla realizzazione del progetto di fare piazza Quaranta Martiri il simbolo della rigenerazione della città.

La vasca dei pesci

Le segnalazioni dei cittadini

Da alcuni giorni la Redazione di Cronaca Eugubina, ha ricevuto segnalazioni di cittadini che ci invitavano a documentare lo stato di scarsa manutenzione e incuria dei giardinetti della Piazza, fino a qualche mese fa al centro di un vivace dibattito cittadino circa il loro mantenimento o meno in prospettiva futura.

Così ci siamo recati nelle giornate di domenica e lunedì ai giardinetti di Piazza Quaranta Martiri, e la prima cosa che ci ha colpiti è stata la condizione generale della maggior parte dei sedili in pietra e cemento, alcuni dei quali parzialmente o completamente rovinati così da essere inutilizzabili per i cittadini e i turisti. Ad essere rovinati sono sia i sedili in cemento, che gli schienali in pietra, oramai del tutto mancanti.

Pesci morti nella vasca

Anche la fontana al centro dei giardinetti non versa in migliori condizioni. L’acqua è stantia e non c’è più lo zampillo in cima alla fontana.

L’acqua è di colore verde, ci sono pacchetti delle sigarette che galleggiano e alcuni pesci morti visibili tra le rocce alla base della fontana, che venne completamente ripulita dai City Angels e dai Vigili del Fuoco di Gubbio nell’aprile scorso.

Percorrendo i vialetti dei giardini ci accorgiamo che le pietre che un tempo delimitavano le aiuole sono oramai del tutto consunte, così molte persone “tagliano” i giardinetti camminando sopra le aiuole, senza rispettarle. Le aiuole sono brulle, senza più alcun fiore, mentre un tempo erano ben curate e con fiori di varie specie al proprio interno.

I cestini

Molti dei cestini per la raccolta dei rifiuti sono pieni, tanto che i rifiuti vengono ammassati anche nei contenitori per la raccolta degli escrementi dei cani.

Notiamo cartacce in terra, cicche di sigaretta, lattine e bottiglie in vetro di bibite abbandonate sui sedili in pietra o per terra nella aiuole, ma questo è imputabile soltanto alla mancanza di senso civico e alla maleducazione di coloro che frequentano assiduamente o sporadicamente i giardinetti della Piazza.

Terminiamo questo articolo raccontando un fatto di cui siamo stati testimoni oculari nella giornata di domenica pomeriggio, attorno alle ore 16. E’ successo che una comitiva di turisti è arrivata con un piccolo pullman in piazza Quaranta Martiri, di fronte al monumento del Milite Ignoto, proprio mentre stavamo girando per i giardinetti documentando ciò che abbiamo descritto in questo articolo.

La siepe dietro al monumento del Milite Ignoto scambiata per latrina

Quando ci accorgiamo, dopo pochi minuti, che alcuni di questi turisti stavano espletando i loro bisogni fisiologici al riparo della folta siepe presente dietro al monumento del Milite ignoto. Per un momento non abbiamo creduto ai nostri occhi. Calzoni abbassati e rotoli di carta igienica passati di mano in mano.

Poi i turisti sono ripartiti e a noi non è rimasto altro che scattare una foto di quella parte dei giardinetti di piazza Quaranta Martiri dove hanno lasciato pipì feci e pezzi di carta igienica.

Alcuni mesi fa, in un momento della vita della città in cui il dibattito sul futuro dei giardinetti di piazza Quaranta Martiri è stato di nuovo all’ordine del giorno, alcuni cittadini proposero di ripristinare la figura del custode dei giardinetti.

Alcuni eugubini descrissero al nostro giornale la figura del custode così come se lo ricordavano, con il grembiule blu da netturbino e la ramazza in mano.

Di Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina