Don Angelo: “Sono entrato nella Comunità di Capodarco nel 1970. La comunità è arrivata qui a Gubbio invece nel 1974. Oggi ci prendiamo cura di circa 90 persone

Stirati: “L’esperienza della disabilità, della comunità, del lavoro ha portato una sensibilità e cultura del sociale che ha reso la nostra città diversa

GUBBIO (F.C.) – Sabato 1 settembre, presso una delle sedi della Comunità di Capodarco dell’Umbria nella zona industriale di Padule, si è svolta la festa per gli 80 anni di don Angelo Fanucci, una figura molto importante per la comunità.

E’ stata una serata di musica, allegria e divertimento non solo per festeggiare don Angelo ma, come ha sottolineato lui stesso a Cronaca Eugubina “è un tentativo per rilanciare la Comunità“.

Il vecchio modo di fare comunità era riservato ai disabili fisiciha spiegato don Angelomentre ora sono quasi tutti disabili psichici. Bisogna quindi spostarsi su piani diversi, infatti sono entrati nel Consiglio personaggi importanti come Tonino Fagiani, Raniero Regni, Fausto Marionni. Ci muoviamo ad esempio sul piano delle ludopatie, con gli psichici e gli autistici.

Don Angelo con Rita Cecchetti e Stirati

Sono entrato nella Comunità di Capodarco nel 1970, poi nel 1971 sono andato a Fabriano e ho fatto comunità con loro perché molti disabili hanno dovuto abbandonare gli studi, ed essendo un insegnante di italiano e latino facevo anche da coordinatore sotto questo aspetto dell’istruzione.

La comunità è arrivata qui a Gubbio invece nel 1974, ho sempre fatto il presidente ed ora mi definisco come il guardiano del faro.

All’inizio era un progetto anche a livello culturale però non siamo riusciti a portarlo avanti e quindi mi sono impegnato a riportare la Lumsa a Gubbio, abbiamo dato circa 150 lauree triennali con molta soddisfazione. La comunità a Gubbio è stato un fatto epico.

Ora le sedi della Comunità di Capodarco dell’Umbria sono 4, qui dove facciamo la festa, a San Marco, a Padule Stazione e una a Perugia, ci prendiamo cura all’incirca di 80-90 persone“.

A Cronaca Eugubina, il Sindaco Stirati ha dichiarato: “Don Angelo ha determinato per la nostra generazione e per tanti altri giovani che sono venuti dopo di noi una scoperta di un mondo di valori e relazioni che sicuramente ha cambiato la storia di tanti di noi.

L’esperienza della disabilità, della comunità, del lavoro ha portato una sensibilità e cultura del sociale che ha reso la nostra città diversa irreversibilmente.

Al di là dei miei scontri e conflitti che in certi momenti ho avuto con don Angelo, è indiscutibile la sua figura, l’operato e la presenza della Comunità ha determinato a Gubbio un segno indelebile che ci ha lasciato un’eredità importante anche nella nostra esperienza politica“.

Di Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina