Augusto Ancillotti: “Quando si riteneva che le due redazioni fossero il risultato di momenti successivi nel tempo, sembrava tutto normale, avendo deciso molto dopo di riempire lo spazio non c’era più chi scriveva e leggeva in alfabeto etrusco, ma solo in alfabeto latino e quindi era normale utilizzare l’alfabeto latino“
GUBBIO (F.C.) – Nel corso dell’incontro di sabato 14 luglio, presso l’ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, che rientra nelle iniziative per la Festa delle Tavole 2018, l’assessore alla cultura il professor Augusto Ancillotti ha spiegato a Cronaca Eugubina le novità relative alla redazione della Quinta Tavola.
“Il mistero della Quinta Tavola – ha spiegato Augusto Ancillotti a Cronaca Eugubina – è un mistero molto semplice, dieci anni fa furono fatte delle analisi scientifiche sul bronzo delle Tavole e si capì che erano state fuse con il sistema della cera persa. La Quinta Tavola da sempre presentava due redazioni, una in lingua umbra con l’antico alfabeto etrusco e una seconda che sembrava servire a riempire uno spazio vuoto sempre in lingua umbra, ma con l’alfabeto latino.
Quando si riteneva che le due redazioni fossero il risultato di momenti successivi nel tempo, sembrava tutto normale, avendo deciso molto dopo di riempire lo spazio non c’era più chi scriveva e leggeva in alfabeto etrusco, ma solo in alfabeto latino e quindi era normale utilizzare l’alfabeto latino.
Il problema è che non avvenne a distanza di decine di anni, ma lo stesso giorno, furono fuse le due lastre nello stesso momento.
La spiegazione che do è molto semplice, era stata predisposta una matrice di cera con l’alfabeto etrusco in un’epoca attorno al 180 a.C. quando era inevitabile ancora usare l’alfabeto etrusco, poi chi aveva predisposto questo materiale non aveva potuto portare a termine l’operazione, il materiale è rimasto lì e 30 anni dopo questa matrice fu ripresa per essere completata, ma a quel punto c’era solo gente che era andata a scuola di alfabeto latino e quindi chi voleva scrivere in umbro doveva usare l’alfabeto latino.
Questo si spiega attraverso il nome di colui che firma una facciata della Quinta Tavola, Gaio Cluvio, che è stato un grande personaggio della storia di Roma. Scavando tra i classici, abbiamo scoperto che Gaio Cluvio interruppe il lavoro per occuparsi di un impegno a Roma e che l’ha tenuto lontano da Gubbio decenni. Al ritorno ormai sessantenne, voleva portare a termine il lavoro solo che per farlo bisognava cambiare alfabeto.
Le ragioni che hanno portato Gaio Cluvio ad allontanarsi da Gubbio le abbiamo raccontate con una rappresentazione teatrale, quindi tutta una serie di storie raccontate dai classici sono servite a spiegare la strana situazione della nostra Quinta Tavola“.
Di Ilaria Stirati – Fotografie e video Cronaca Eugubina