Al momento sono due le denunce formalizzate dai cittadini presso il Comando dei Carabinieri Forestali di Gubbio: riguardano l’avvelenamento di un cane alleVignedi Madonna del Ponte e di un altro cane a Semonte

GUBBIO – I Carabinieri Forestali di Gubbio, con l’ausilio della Procura della Repubblica di Perugia presso la quale sono stati trasmessi i fascicoli, sono impegnati in indagini in città e nelle frazioni eugubine per il ritrovamento negli ultimi mesi di esche avvelenate nelle zone di Salia, Petazzano, Goregge, San Martino in Colle, Torre dei Calzolari e in città in zona Madonna dei Perugini e le Vignedi Madonna del Ponte. 

Queste zone del territorio comunale sono state bonificate dall’Unità Cinofila dei Monti Sibillini, che interviene quando i cittadini segnalano la presenza di presunte esche avvelenate, che vengono successivamente analizzate dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche.

Ai casi sopra descritti se n’è aggiunto nelle ultime settimane un altro, relativo all’avvelenamento di un cane all’interno del perimetro di un’abitazione privata a Semonte. L’animale sarebbe stato avvelenato con delle esche o bocconi la cui tossicità sarebbe stata certificata dal veterinario di fiducia.

I proprietari dell’animale hanno sporto denuncia presso i Carabinieri Forestali di Gubbio. A questo proposito continuano le indagini dei Carabinieri Forestali di Gubbio, indirizzate contro ignoti, per la violazione dell’Articolo 544 del Codice Penale relativo all’avvelenamento e maltrattamento degli animali.

I fatti a Salia e Petazzano

A cavallo tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio, Unità cinofile dei Carabinieri Forestali provenienti dai Monti Sibillini sono intervenute in località Sesse di Salia e in località Petazzano per bonificare le zone dalla presenza di esche avvelenate.

I militari hanno trovato disseminate in terra polpette e salsicce, che sono state immediatamente inviate all’attenzione dell’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche per essere analizzate. L’esito delle analisi è stato positivo, l’intervento tempestivo delle Unità cinofile ha evitato che cani o animali selvatici potessero rimanere vittime delle esche abbandonate.  

I risultati delle analisi svolte dall’Istituto parlano di poltiglie di anticrittogamici e antiparassitari come sostanze velenose principali, frammiste alla carne delle esche.

Vignedi Madonna del Ponte

Nel pomeriggio del 20 aprile, una ragazza eugubina di 28 anni si trovava a passeggio lungo una strada con il proprio cane in località le Vigne di Madonna del Ponte quando, all’improvviso, ha notato che il suo cane ha iniziato a manifestare sintomi di tremore, bava alla bocca e malessere generale.

Campioni delle esche rinvenute sul posto sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, che nella giornata giovedì 24 maggio ha poi confermato che la morte del cane era stata causata da avvelenamento.

Di Francesco Caparrucci