Stirati: “Promuovere il territorio con questi appuntamenti rappresenta un innalzamento della consapevolezza storico culturale e artistica dei nostri cittadini

Monsignor Paolucci Bedini: “Devo dire che dobbiamo tutti imparare che la vera arte che ha fatto grande il mondo non è di nessuno, ma tutti ne siamo custodi a nome dell’umanità

GUBBIO – Oggi pomeriggio (venerdì 6 luglio) in Sala Trecentesca a Palazzo Pretorio, è stata presentata la grande mostra “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi“, che aprirà i battenti al pubblico da sabato 7 luglio fino al 4 novembre.

Curata da Giordana Benazzi, Elvio Lunghi ed Enrica Neri Lusanna, la mostra mette in scena dipinti su tavola, sculture, manoscritti miniati che delineano, anche con nuove attribuzioni, le fisionomie di grandi artisti come Guido di Oderisi, alias Maestro delle Croci francescane, il Maestro della Croce di Gubbio, il Maestro Espressionista di Santa Chiara ovvero Palmerino di Guido, “Guiduccio Palmerucci”, Mello da Gubbio e il Maestro di Figline. Tutti artisti che operarono proprio al tempo di Giotto.

Gubbio al tempo di Giotto

Il padre di Oderisi, Guido di Pietro da Gubbio, viene oggi identificato in uno dei protagonisti della cosiddetta “Maniera Greca”, da Giunta Pisano a Cimabue. Palmerino fu compagno di Giotto nel 1309 ad Assisi, e con lui dipinse le pareti di due cappelle di San Francesco, per poi tornare a Gubbio e affrescare la chiesa dei frati Minori e altri edifici della città.

In occasione della mostra, sono stati restaurati dipinti nascosti dalla polvere dei secoli, riconsegnando opere disperse nel corso della storia, riunendo quadri degli stessi pittori eugubini destinati ad altre città dell’Umbria, chiamando importanti prestiti dall’estero, fra i quali si segnala uno straordinario polittico del Maestro di Figline che si può ammirare in questa mostra grazie agli odierni proprietari che ne hanno concesso il prestito.

Lungo il percorso della mostra si potranno calcare le impronte degli uomini e delle donne di quel tempo antico, per vedere dalla stessa prospettiva e intendere con lo stesso gusto un’arte civica e religiosa insieme.

L’assessore Augusto Ancillotti

Gli interventi a Palazzo Pretorio

L’assessore alla cultura Augusto Ancillotti ha affermato: “Abbiamo messo insieme tre soggetti che hanno permesso l’esistenza di un biglietto unico: Comune Diocesi e Polo Museale dell’Umbria. Abbiamo ottenuto una medaglia dal Presidente della Repubblica per attività culturalmente significativa.

Sono esposte 75 opere, in parte restaurate a Gubbio. C’è stato bisogno di più di un anno di ricerca archivistica, abbiamo messo insieme un catalogo risultato di un progetto di ricerca scientifica collettiva“.

E’ quindi intervenuto il sindaco Filippo Stirati: “Questo progetto è stato realizzato da un lavoro profondo serio di ricerca scientifica, documentazione e restauro. Voglio dire che un’azione come questa della quale il Comune è orgoglioso si inserisce in quello più vasto che riguarda altre città, l’Umbria rappresenta se stessa in Italia e nel mondo.

Credo che questo modo di lavorare, salutato come un modello che va riproposto, debba essere d’ispirazione nel futuro. Poi ringrazio la Fondazione che rappresenta un punto di riferimento importante per tante nostre azioni. Promuovere il territorio con questi appuntamenti rappresenta un innalzamento della consapevolezza storico culturale e artistica dei nostri cittadini“.

L’assessore regionale Fernanda Cecchini ha spiegato: “È un’opportunità per Gubbio e per l’Umbria. Questo è stato un anno fondamentale dal punto di vista artistico con vari appuntamenti. C’è un filo conduttore che lega insieme le mostre di questi ultimi mesi ed è naturale pensare e dire che siamo in una delle perle del Medioevo nel mondo.

Una mostra importante che rispolvera opere che erano a Gubbio o vengono da fuori città, e dà la possibilità di rimettere insieme un pezzo di storia significativo. Un’ulteriore momento che conferma le grandi ricchezze e segni di unicità che Gubbio ha, che garantiscono crescita culturale e il benessere dei cittadini“.

Ha poi preso la parola il Vescovo Monsignor Paolucci Bedini: “Quello che stiamo comunicando è una grande soddisfazione per un traguardo raggiunto con un grande lavoro, che rende merito a tutti quelli che hanno sottolineato come questa terra e le sue opere sono pregevoli e hanno la necessità di essere divulgate. All’inizio di questa avventura c’è stata un’appassionata partecipazione del mio predecessore che ha sempre creduto in questa mostra.

Devo dire che dobbiamo tutti imparare che la vera arte che ha fatto grande il mondo non è di nessuno, ma tutti ne siamo custodi a nome dell’umanità. Queste operazioni culturali hanno il merito di aprire le porte. Sicuramente l’arte è sempre uno dei linguaggi dell’anima, nei nostri musei inizia un percorso cogliendo da queste opere l’ispirazione, le indicazioni di riflessione sulla vita e la possibilità di aprire il proprio cuore.

Se sono tre le istituzioni museali che contengono le opere che abbiamo raccolto, in realtà il vero Museo è la città di Gubbio che ha custodito e restaurato le opere“.

Paola Mercurelli Salari, direttrice di Palazzo Ducale, ha affermato: “La condivisione è la parola chiave, è diventata una vera e propria compartecipazione, ognuno di noi ci ha messo il cuore. La ricerca archivistica è stato un presupposto fondamentale così come la pazienza dell’opera di restauro realizzata da maestranze eugubine e non.

Abbiamo fatto della lentezza il valore assoluto per cercare di fare di questa mostra un punto di riferimento per gli anni successivi. Quando una mostra raggiunge determinati livelli è possibile solo se si lavora con pazienza e insieme“.

La Soprintendente Marica Mercalli ha concluso gli interventi affermando: “Questo 2018 vede mostre importanti in tutta la Regione, le iniziative di due grandi mostre qui a Gubbio e quella a Spoleto, Trevi e Scheggino, sono mostre del territorio che vogliono far riscoprire l’importanza delle opere del ‘300.

Questa è una mostra che ha come obiettivo l’essere una mostra virtuosa, che mette al primo posto l’immagine conoscitiva del territorio, è una tappa di un lungo percorso di studio e ha permesso di realizzare almeno 10 importanti restauri“.

Di Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina