Sabrina Mingarelli: “Oggi siamo di fronte ad un esempio di virtuosa collaborazione tra le istituzioni. Devo ammettere che i Ceri sul Col di Lana è un evento che mi ha molto sorpreso.
È un tassello che si inserisce nel lavoro del Ministero dei Beni culturali per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra, valorizzando tutto il patrimonio e le memorie che possiedono le comunità“
GUBBIO (F.C.) – Questo pomeriggio (venerdì 2 febbraio), presso l’ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, è stato presentato il libro “Gubbio, la Grande Guerra e i Ceri sul Col di Lana“, dove sono stati raccolti gli atti del convegno che si è tenuto lo scorso 5 maggio.
Sono intervenuti il sindaco Filippo Mario Stirati, la Soprintendente Archivistico e Bibliografico dell’Umbria e delle Marche Sabrina Mingarelli, Mario Squadroni già Soprintendente Archivistico e Bibliografico dell’Umbria e delle Marche, e il docente dell’Università di Perugia Mario Tosti.
“Sono molto felice – ha esordito Stirati – di aver legato il mio nome di Sindaco a questa operazione culturale, credo che in questo lavoro sia stato utile il contributo delle associazioni, dei storici locali oltre alle collaborazioni esterne. Abbiamo costruito un itinerario di ricerca e documentazione che è stato l’esito di un lavoro vasto, abbiamo lavorato con le scuole, l’Università dei Muratori, il Maggio Eugubino, la Diocesi e le Famiglie ceraiole.
Un lavoro che ha dato una sapore particolare al 2017 con la celebrazione al Col di Lana, che ha visto la grande partecipazione degli eugubini. Non meno importante è stato tutto il lavoro in profondità che è stato sviluppato con il contributo della Sovrintendenza archivistica.
Non ci fermeremo a questo, anzi ci sono in programma tante altre attività e progetti culturali. Siamo qui a restituire un lavoro significativo che lascerà il segno nella storia della nostra città“.
“Oggi – ha proseguito Sabrina Mingarelli – siamo di fronte ad un esempio di virtuosa collaborazione tra le istituzioni. Devo ammettere che i Ceri sul Col di Lana è un evento che mi ha molto sorpreso. È un tassello che si inserisce nel lavoro del Ministero dei Beni culturali per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra, valorizzando tutto il patrimonio e le memorie che possiedono le comunità.
Per quanto riguarda l’attività sul territorio mi piace ricordare un censimento effettuato sui monumenti dei caduti della Grande Guerra perché non c’è luogo dove non vengano ricordati ed è stato svolto durante le celebrazioni del centenario. Una parte delle memorie della Grande Guerra si trova negli archivi di stato.
In quest’opera di ricerca i maggiori risultati li ha dati la Soprintendenza archivistica che ha puntato sugli archivi pubblici. Ritengo che la nostra missione istituzionale abbia successo nella consapevolezza dell’importanza degli archivi pubblici e penso che possa nascere da questa collaborazione“.
Mario Squadroni ha poi proseguito illustrando brevemente tutti i contributi che compongono l’intero volume. I contributi sono stati realizzati da Giancarlo Pellegrini, Fabrizio Cece che Squadroni definisce “uno storico serio che si basa sulle ricerche archivistiche“, Massimo Bei, Mauro Pierotti che si è occupato dei Ceri sul Col di Lana e ricorda che “gli eugubini erano i soldati più allegri“, Francesca Calliope Faramelli.
Poi ci sono tre saggi che riguardano i beni culturali, quelli di Roberto Borsellini sul Museo Civico di Gubbio, Catiuscia Marionni che “afferma che nonostante la guerra la vita di Gubbio era vivace“, Silvia Alunno che propone una novità sulle fonti, vale a dire l’utilizzo dell’archivio notarile.
Poi abbiamo due saggi di Filippo Paciotti e Anna Radicchi che trattano dell’aspetto ecclesiastico che anche Fabrizio Cece ha trattato. Ulisse Fata, presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Gubbio ha parlato di quest’ultima durante la Grande Guerra.
Alla fine il saggio di Marco Marchetti sui danni al patrimonio culturale nazionale dai dati d’archivio di Lamberto Marchetti. Infine è stata inserita un’appendice scritta dall’antropologa Patrizia Cirino intitolata “Note a margine. I Ceri sul Col di Lana: anatomia di una spettatrice” che racconta tutte le emozioni che la stessa autrice ha provato durante la visita al Sacrario di Pian dei Salesei.
L’intervento conclusivo è stato del docente Mario Tosti, che si è soffermato sull’aspetto ecclesiastico durante la Prima Guerra Mondiale: “In Umbria la storiografia locale ha presto dimenticato la Grande Guerra perché non era considerata di interesse storiografico e non c’era spazio per una riflessione sulla guerra.
Ogni frazione aveva il suo monumento ma erano stati abbattuti o non curati. I saggi di Paciotti e Radicchi affrontano un tema molto caro per me, quello ecclesiastico.
Emerge il fatto che i cappellani avevano il compito di scrivere lettere, talvolta censurare alcune cose che gli venivano dettate dai soldati che erano analfabeti. Lettere che descrivono la necessità di sentirsi ancora legati al territorio di origine.
Uno immagina che la Grande Guerra ha portato ad una nuova ondata di religiosità e invece non fu così anzi, come fece anche la Seconda Guerra Mondiale, la Grande Guerra segnò il distacco tra spiritualità, conversione e pratica religiosa, e condivido la conclusione del saggio di Paciotti che scrive ‘La Grande Guerra non fu una grande occasione di conversione, ma una diminuzione della fede dei combattenti“.
Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina