Il Vescovo di Gubbio: “Anche queste pietre, queste immagini affrescate e dipinte, questi scrigni che contengono le vite di alcuni nostri fratelli santi, la storia che è passata dentro questa Cattedrale, la preghiera che da questa Cattedrale è salita nei secoli, anche tutto questo è testimonianza dell’Annuncio

Monsignor Paolucci Bedini

GUBBIO – Domenica 17 dicembre, dopo la presentazione dei lavori di restauro della Cattedrale di Gubbio, il Vescovo Luciano Paolucci Bedini ha celebrato la Messa alla presenza del vescovo emerito Monsignor Mario Ceccobelli e del sindaco Filippo Mario Stirati.

In questa Cattedraleha esordito Monsignor Paolucci Bediniè stata restituita una bellezza che riempie gli occhi e il cuore, è inevitabile alzare lo sguardo ed accorgerci che tanta bellezza in realtà non fa che pensare all’unica grande bellezza, quella della vita, dell’amore e di tutto ciò che siamo chiamati ad accogliere”.

Monsignor Paolucci Bedini ha proseguito nell’omelia spiegando ai tanti presenti il significato di questa terza domenica di Avvento e la figura di Giovanni Battista: “Siamo alla terza domenica di Avvento e fino adesso la liturgia ci ha accompagnato anche con la grandissima presenza, compagna di viaggio che è Maria. Ora ci avviciniamo al Natale e la Chiesa ci mette a fianco, grazie alla parola di Dio, un’altra grande figura che è quella di Giovanni Battista.

I prelati della Diocesi

La liturgia sottolinea che questa è una domenica di gioia, in cui la Chiesa è chiamata a gioire, rallegrarsi, siamo invitati a tirare fuori dal nostro cuore una gioia profonda e solida che sappia stare però dentro la realtà che viviamo, non prima non dopo, non come se ci fosse un rifugio dove ogni tanto nasconderci per sfuggire dalle torture della vita, ma dentro le cose che viviamo.

Questa gioia è associata alla figura di Giovanni Battista, che è duro, austero, solitario, rimprovera, eppure Giovanni annuncia la radice profonda della gioia. È stato mandato perché potesse dirci che è già in mezzo a noi il Signore che è presente e opera con la sua salvezza, e questa è una buona notizia.

Questa è la grande e buona notizia di cui nessuno di noi può fare a meno. Giovanni sa bene che, per rispondere alla vocazione che il Signore gli ha dato, deve essere molto umile. Cioè deve avere il coraggio di fare spazio nella sua vita a questa grande notizia e poi deve avere il coraggio di gridarlo a tutti.

La Messa

Come Giovanni è stato il testimone della venuta di Cristo in mezzo a noi, oggi questo mondo non può fare meno di questo annuncio e allora la vocazione di Giovanni passa nella Chiesa.

Oggi tutti noi come popolo di Dio siamo ancora chiamati ad essere testimoni credibili di questa grande notizia, chiamati all’umiltà di fare spazio in questa vita a questo grande annuncio e a trovare il coraggio di annunciare questa speranza per tutti gli uomini.

Anche queste pietre, queste immagini affrescate e dipinte, questi scrigni che contengono le vite di alcuni nostri fratelli santi, la storia che è passata dentro questa Cattedrale, la preghiera che da questa Cattedrale è salita nei secoli, anche tutto questo è testimonianza di quell’Annuncio.

Il Vescovo Luciano

Ecco perché è bello riaverla, rivedere questa luce, pregare qui dentro, riaffidarci ancora una volta ai Santi che la custodiscono perché anche quando il popolo di questa Chiesa viene qui a pregare annuncia la speranza della misericordia di Dio.

Quest’architettura gotica è come fosse un’immagine continua di due mani che si congiungono in preghiera, in ogni arco questo ci viene ricordato ed è solo nella preghiera che possiamo far spazio a quest’Annuncio e trovare il coraggio di condividerlo tra noi”.

Di Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina