Il Capodieci di Sant’Antonio: “Mi sono ripromesso, e spero di riuscirci, di vive la Festa in serenità, cioè con la consapevolezza del ruolo che mi è stato affidato, e con tranquillità. È nei momenti di solitudine, specialmente prima di andare a dormire, che la testa va sicuramente alla barella e alla brocca, perché lì sei solo te e il Cero e quindi il pensiero tuo è solo lì e alla Callata delle ore 18, i momenti clou per un Capodieci“

L investitura del Capodieci Saverio Borgogni (Foto Photostudio)
GUBBIO – Concludiamo oggi (domenica 14 maggio), il ciclo di interviste dedicate ai Capodieci della Festa dei Ceri 2017 e 1977, con l’intervista a Saverio Borgogni che domani mattina in piazza Grande alzerà il Cero di Sant’Antonio.
Saverio ha fatto il battesimo della stanga del Cero grande all’età di 17 anni partendo dal buchetto, poi è stato promosso nella muta del ‘pisciatoro‘ dove ha ritrovato gli amici di sempre Roberto, Daniele, Cesare Bedini e dove ha anche avuto la fortuna di prendere il Cero con ceraioli più grandi come Gige Bocci, Napoleone Farneti, Bruno Farneti, i fratelli Marvardi.
Da lì la muta di Barbi che era in completo rinnovamento. Nonostante il battesimo non fortunato, caratterizzato da una caduta, Saverio ha continuato a prendere il Cero lì per 6-7 anni. Da Capodieci è partito dal monte, poi via XX Settembre, un’uscita dalle girate della sera, San Martino. Nel 2009 è Capodieci del secondo pezzo del Corso. Infine quest’anno l’elezione a Capodieci per la Festa del 15 maggio.

Festa in piazza Oderisi (Foto Photostudio)
Sono ormai passati diversi giorni dalla sua nomina, come ha vissuto questo periodo da Capodieci?
“A parte i primi giorni che c’era un attimo d’incredulità perché l’evento era del tutto inaspettato, sono subito partito con i festeggiamenti del 17 gennaio, i consueti Vejoni, fino ad arrivare a marzo che è stato un po’ l’inizio delle prime riunioni e poi ad aprile il clou degli impegni tra l’intensificazione delle riunioni e poi anche gli impegni extra Cero che sono iniziati ad arrivare.
Poi subentra anche la responsabilità perché si inizia a pensare all’organizzazione del Cero e ai ‘problemi’ delle mute. Quindi da lì inizia il tuo compito da Capodieci che non è solo quello di rappresentare tutti i ceraioli, ma di essere effettivamente l’organizzatore della corsa del Cero”.

La Miss Elena Menichetti con il Capodieci Saverio Borgogni
Come si avvicina al 15 maggio, con quali emozioni e sensazioni?
“Dal punto di vista emotivo c’è un crescendo di emozioni sempre più pressante. D’altro canto mi sono ripromesso, e spero di riuscirci, di viverla in serenità, cioè con la consapevolezza del ruolo che mi è stato affidato, e con tranquillità. È nei momenti di solitudine, specialmente prima di andare a dormire, che la testa va sicuramente alla barella e alla brocca, perché lì sei solo te e il Cero e quindi paradossalmente il pensiero tuo è solo lì e alla Callata delle ore 18, i momenti clou per un Capodieci.
Ogni giorno che passa è un crescendo di emozioni, un insieme di sentimenti tra cui anche timore perché ogni ceraiolo deve avere timore del Cero, nel senso più ampio del rispetto. In questo sono fondamentali tutti i ceraioli che sento sempre vicini e in particolare la cerchia degli amici più stretti. Essere Capodieci è un onore e il coronamento del sogno di ogni ceraiolo”.

Saverio Borgogni (Foto Simone Grilli)
Che Festa dei Ceri sarà secondo lei quella del 2017?
“Sicuramente mi immagino una giornata all’insegna dell’amicizia e dei valori fondanti della Festa dei Ceri. Anche con gli altri Capodieci c’è un profondo senso di rispetto e ritengo che anche questo verrà manifestato nel giorno dei Ceri.
La speranza è quella che Sant’Antonio faccia una bellissima corsa, perché se lo meritano soprattutto i ceraioli santantoniari”.
Di Ilaria Stirati – Video Cronaca Eugubina
Fotografie Cronaca Eugubina – Photostudio – Simone Grilli