Orlando Capannelli: “Piazza Grande piena anche se pioveva. Pensai che tra poco sarei salito sulla barella e da lì avrei dominato la Piazza. Naturalmente sopra la barella tanta preoccupazione per le girate, con le mattonelle bagnate. Si, tanti pensieri, che subito passarono“

Orlando Capanneli nella muta con i figli
GUBBIO – Sono andato a casa di Orlando Capannelli, meglio conosciuto come Bistecca, ceraiolo Sangiorgiaro del Quartiere di San Pietro, perchè quest’anno sono 40 anni che ha tirato la Brocca.
Accolto in casa dai saluti, tra cui quelli della moglie Graziella, dei figli, qualche nipote. Passati in salone, la cosa che mi ha colpito di più è stata che su un lungo tavolo c’erano sparse foto in bianco e nero, a colori, che coprivano tutta la superficie al posto delle solite posate e piatti. Questa apparecchiatura è stata fatta dalla moglie Graziella, appassionata ceraiola.
La prima cosa che chiedo, è come venne eletto Capodieci nel 1977 nei locali di San Pietro, perchè allora toccava a questa manicchia. “La cosa si svolse celermente, con poche parole fui eletto. Poi, addiritturra, pensammo già al Capodieci del 1978. Si fecero dei brindisi e tutto finì lì. Poche riunioni prima della Festa per organizzare le mute, ma non ci furono problemi.
Quella mattina del 15 maggio 1977 c’era fitta pioggia, che ci diede la sveglia prima del Campanone e del rullo dei tamburi. La speranza di tutti noi era che prima possibile potesse smettere di piovere. Anche durante la sfilata pioveva.

Un giovanissimo Orlando Capannelli
Piazza Grande piena anche se pioveva. Pensai che tra poco sarei salito sulla barella e da lì avrei dominato la Piazza. Naturalmente sopra la barella tanta preoccupazione per le girate, con le mattonelle bagnate. Si, tanti pensieri, che subito passarono. Alzato il Cero una sensazione di sollievo, e via tra la gente a girare tra i ceraioli desiderosi di prendere la stanga. Momenti indimenticabili, che ancora sento.
Poi la mostra, e la gente che mi conosceva che mi abbracciava e tanti incitamenti, specialmente da vecchi ceraioli, e qualche brindisi. Via alla Corsa, non pioveva più. Non feci la Callatta come al solito, ma il secondo pezzo del Corso perchè già l’anno prima avevo fatto la Callata. Partimmo dai Ferranti e via verso le girate della sera, Sant’Antonio cadde due volte in via dei Consoli. Le girate e il monte con pendute per tutti i tre i Ceri.

Alzata dei Ceri 1977 – Foto Gavirati
San Giorgio sul monte arrivò vicino a Sant’Ubaldo. All’arrivo in Basilica noi Capodieci ci abbracciammo e ci scambiammo felicitazioni. Tornati con i Santi in città, festeggiai con ciambelotto, panini e vino. La gente non era tanta come oggi, che invece è tantissima.
Il Cero l’ho preso tante volte, su quasi tutti i punti, sia sulle spalle, che come Capodieci. E anche per più di venti anni. Una volta sulle girate della sera, una muta era composta da me, dai miei tre figli, e da un altro parente. Oggi sarebbe impossibile. Altri tempi. Oggi lo spirito con cui ci si accosta ai Ceri è diverso”.

Orlando Capannelli Capodieci di San Giorgio 1977
Dell’arrivo dei Ceri in Basilica, cosa ne pensa?
“Oggi direi che si devono aspettare, ma quando lo alzai nel 1977 nemmeno ci pensavo. Però, oggi, la mentalità è diversa. E credo che la Festa non ne resti stravolta. Anche perchè, se ci guardiamo indietro, quante cose sono cambiate per arrivare fino ai nostri giorni”.
Di Luciano Casagrande
Fotografie archivio privato