Interessante è stato l’intervento di Silvia Alunno intitolato “Un caso di dispersione del patrimonio culturale: la Cappella di San Giorgio nel Duomo di Gubbio”
Il caso è quello della Cattedrale di Gubbio che a partire dal 1913 fu oggetto di un restauro massiccio, che ha cancellato secoli di storia. Vittima illustre di questo restyling è stata la Cappella di San Giorgio, che era una delle poche testimonianze superstiti, ad inizio ‘900, del culto tributato nel nostro territorio a questo Santo
GUBBIO (F.C.) – Si è tenuta nel pomeriggio di venerdì 5 aprile la seconda parte del convegno “Gubbio, la Grande Guerra e i Ceri sul Col di Lana”.
All’inizio dell’incontro, il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati ha portato i saluti istituzionali: “Ho già letto le dichiarazioni dell’assessore Ancillotti e non posso che confermare tutte le sottolineature positive, voglio aggiungere la mia gratitudine personale per tutto quello che si sta facendo per il Col di Lana, per questo straordinario centenario che vivremo nei momenti del 5-6 agosto prossimi, ma che già stiamo vivendo da mesi con iniziative che si sono succedute in maniera egregia con approfondimenti, ricerche, documentazioni varie, ulteriori acquisizioni che sicuramente contribuiscono ad arricchire la nostra consapevolezza, il nostro senso storico, la percezione della nostra comunità.
Sono elementi indispensabili perché senza di questi saremmo più poveri, più inconsapevoli di ciò che siamo e di quello che è stato il nostro percorso di eugubini. È fondamentale la ricerca specialistica, ma altrettanto saper rendere noti i fatti più significativi anche al grande pubblico e questo credo che sia stato fatto”.
Francesca Faramelli ha aperto gli interventi sulla Grande Guerra, parlando delle fonti locali per lo studio della Grande Guerra, in particolare dell’Archivio storico di Gubbio, dichiarando che quest’ultimo era in buone condizioni di conservazione ed ha permesso di avere uno sguardo più attento sulle vicende locali dell’epoca, meno conosciute rispetto agli eventi più noti, documenti che si vedevano attraverso una doppia prospettiva, una veste più ufficiale o analizzando il significato umano dei documenti.
Interessante è stato l’intervento di Silvia Alunno intitolato “Un caso di dispersione del patrimonio culturale: la Cappella di San Giorgio nel Duomo di Gubbio”. La dottoressa Alunno ha affermato: “In questo caso non parliamo di danni causati direttamente dal conflitto bellico, ma parliamo di perdite che derivano da una concezione di beni culturali e di restauro che è profondamente diversa da quella che possediamo oggi.
Il caso è quello della Cattedrale di Gubbio che a partire dal 1913 fu oggetto di un restauro veramente massiccio, che ha cancellato secoli di storia che avevano lasciato delle testimonianze artistiche importantissime. Vittima illustre di questo restyling è stata la Cappella di San Giorgio, che era una delle poche testimonianze superstiti, ad inizio ‘900, del culto tributato nel nostro territorio a questo Santo.
Com’era la Cattedrale prima di questo restauro e cosa abbiamo perso durante questo massiccio restauro? È possibile farsi un’idea attraverso un affresco del ‘600 di Francesco Allegrini, dove però non abbiamo testimonianze della navata ed una foto del 1878 ad un monumento funerario di Pio IX che era presente all’interno della Cattedrale.
Sappiamo che lungo la navata c’erano circa una ventina di cappelle, collocate tra un pilastro e l’altro, decorate con tele e ornato ligneo. Da un’altra foto, notiamo anche un cornicione circa a metà della parte dove sono collocati dei semi busti di terracotta che raffiguravano i vescovi eugubini, anch’essi perduti e vittime di questo restauro.
Tornando alla Cappella di San Giorgio, sappiamo che era collocata a metà della navata sulla sinistra, ovvero la parete a monte, che fu la prima ad essere smantellata, anche senza che la soprintendenza desse il consenso. La Cappella di San Giorgio è stata creata nel 1562 e l’artefice è un prete di origine albanese, i documenti parlano di Giovanni di Pietro, ma non sappiamo come sia arrivato qui in Italia.
Lui fa costruire a sua spese questa Cappella e s’impegna a farla decorare eD espressamente la fa intitolare a San Giorgio, non sappiamo per quale ragione, quindi è una testimonianza del culto a questo Santo che non è autoctona. Poi nel corso degli anni la Cappella viene affidata prima alla famiglia Fabiani nel 1614 e poi più avanti alla famiglia Della Porta“.
Ulisse Fata è intervenuto per parlare della Società Operaia di Mutuo Soccorso e la Grande Guerra, affermando che delle 720 vittime eugubine della Grande Guerra, 7 erano soci della Società Operaia: Battaglini Giuseppe, Baldinucci Pietro, Bellucci Vincenzo, Cancellotti Domenico, Fata Francesco, Pierotti Adolfo e Rosati Settimio.
Di Ilaria Stirati – Fotografie Cronaca Eugubina