Walter Piccotti: “Uscì per raggiungere gli altri Capodieci Orlando Capannelli ed Elvezio Farneti, quando mi accorsi che non avevo fatto la barba. Eravamo vicini al semaforo, e andai da Franco Sebastiani il barbiere, un estroso. E così in fretta, Franco, mi fece la barba perfetta, e via verso il Cimitero, la Messa e la sfilata dei Santi“

Walter Piccotti Strizze con il padre, il fratello Brustolone, Peppe Marzani e Umberto
GUBBIO – Mi sono visto con Walter Piccotti “Strizze“ per parlare dei quaranta anni passati dall’alzata del Cero di Sant’Ubaldo, un incontro piacevole in compagnia anche di un suo grande amico di San Giorgio, Elvio Frenguellotti. Prima un brindisi con un bicchiere di vino come tra vecchi ceraioli, poi si è parlato dell’elezione del Capodieci 1977.
“Doveva alzare il Cero di Sant’Ubaldo mio padre, invece preferì che ad alzarlo fossi io, e così anche mio fratello Brustolone ne fu contento. – racconta Strizze – Così con un applauso fui eletto tra i ceraioli di San Martino. Le riunioni per organizzare la Corsa ce ne furono poche. Il giorno della Festa iniziò con la pioggia, e ne fui scontento, poi arrivarono i miei amici, poi i tamburini, e l’arrabbiatura passò.

Walter Piccotti Strizze durante la Callata
Quindi uscì per raggiungere gli altri Capodieci Orlando Capannelli ed Elvezio Farneti, quando mi accorsi che non avevo fatto la barba.
Eravamo vicini al semaforo, e andai da Franco Sebastiani il barbiere, un estroso. E così in fretta, Franco, mi fece la barba perfetta, e via verso il Cimitero, la Messa e la sfilata dei Santi. Durante la sfilata mi cambiai la camicia bagnata per ben tre volte. Ogni volta veniva asciugata e poi cambiata. Anche in piazza Grande la pioggia, quindi per l’Alzata ci volle tanta attenzione e determinazione, e le girate andarono bene.

Alzata dei Ceri 1977 – Foto Gavirati
Di pomeriggio il sole, un pò di agitazione mentre si aspettava la Processione di Sant’Ubaldo. Poi pronti, via, giù per la Calata, Corso Garibaldi, fino alle girate della sera. Poi presi il Cero sul monte a spalla con la muta di San Martino.
Tornai giù con i Santi, ero tranquillo, la Corsa era andata bene. La sera, a San Martino, a casa mia, festeggiammo con gli amici e i ceraioli santubaldari e degli altri Ceri.
Festeggiammo con ciambelotto, tozzetti, panini e vino, cose semplici, fino a tarda sera. Ricordo di essere rimasto sveglio con il mio amico Barbato fino alle ore 5 di mattina, parlando della straordinaria giornata oramai passata. Lo ricordo benissimo, era un piacere stare con lui“.

Walter Piccotti Strizze prima della Callata
Cosa ne pensa oggi di come finisce la Corsa nel Chiostro?
“Sant’Ubaldo deve chiudere la Porta della Basilica se può. Poi, fatti i soliti giri, deve aspettare gli altri due Ceri“.
Tra gli altri ricordi di Strizze, mi ha colpito il racconto di come è cambiato il momento in cui la Statua torna al Duomo. Prima (più o meno fino al 1988) la Statua lignea di Sant’Ubaldo veniva portata al Duomo subito dopo il via della Callata.
Dal 1988 in poi, invece, la Statua venne riposta subito all’interno della Chiesa dei Neri. Il giorno dopo la Festa dei Ceri, viene fatta una Processione per riportare la Statua al Duomo.

Foto di gruppo a San Martino nel 1993
Tra le tante foto che Strizze mi mostra, ce nè una piccolina che lo ritrae sotto la stanga di Sant’Ubaldo lungo la Callata nel 1977. Foto che gli fu regalata da un Sangiorgiaro, Bacco, con questa dedica: “All’amico, nemico per il 15 maggio Strizze, da Bacco“. C’era anche un nota bene: “I piedi non ti toccano per terra, complimenti“.
Di Luciano Casagrande
Foto di copertina Alzata dei Ceri 1977 Gavirati