Fabrizio Cece: “Per me Branca è l’inizio, ho cominciato ad occuparmi di ricerca archivistica con Branca nel 1986. Lo facevo per divertimento, mi divertiva molto andare in archivio. Durante la presentazione del primo volume, Don Benito disseSarei contento se il mio nome fosse accanto al tuo‘, ora posso dire che è una soddisfazione avere il mio nome accanto al suo

GUBBIO – Sabato pomeriggio all’interno dei locali della parrocchia di Branca, si è tenuta la presentazione del libro “Branca, Il paese“, il terzo scritto da Don Benito Cattaneo, in collaborazione con Fabrizio Cece, sulla frazione di Branca, dopo “Branca-Preistoria, Storia e Leggenda“, “Branca, La parrocchia“.

Si tratta di un libro di memoria documentata, di ricordi, nel quale Don Benito Cattaneo, parroco di Branca per 50 anni, racconta tutti gli aspetti della frazione, la vita di un tempo, i servizi di Branca, gli eventi positivi e negativi, le varie attività sportive e anche un capitolo sui Ceri.

Ha parlato per primo il Consigliere comunale Mirco Pompei, curatore della prefazione del libro: “È il momento più importante per il Comune perché il lavoro che ha fatto Don Benito è un lavoro importante, non solo dal punto di vista sentimentale, ma dal punto di vista storico. L’impegno civile a Branca si è manifestato in diverse forme, nel 1908 a Branca è stata formata la cooperativa consumo più vecchia dell’Umbria.

Un altro punto da sottolineare è che Branca è stata quasi sempre presente in Consiglio comunale in tutte le varie forze. L’ultima cosa che voglio dire, e alla quale tengo in maniera particolare, è che voglio ringraziare da santantoniaro Don Benito che per tanti anni è stato il cappellano di Sant’Antonio“.

Il vescovo Monsignor Mario Ceccobelli: “Sono lieto di essere qui, Don Benito ha passato la sua vita qui in zona, per 50 anni è stato qui a Branca. Non ha solo predicato il Vangelo, ma è cresciuto e questo tesoro vissuto con voi ve lo ha scritto, lasciato in questo trittico molto bello.

Don Benito ha un grande merito perché è stato più forte della sua malattia, proprio in quei momenti di solitudine ha pensato di lasciare questi tesori alla sua comunità. La storia grande è fatta da storie piccole. Ha documentato tutto e ha avuto il merito di lasciarci questi tesori che saranno documenti importanti di questo paese“.

E’ poi intervenuto il sindaco Filippo Stirati: “Sono contento di essere qui, di testimoniare la presenza del Comune. Estendo le congratulazioni a Fabrizio Cece che con le sue attività archivistiche è il punto di forza della nostra comunità. Quest’anno stiamo lavorando ad una grande operazione riguardo il centenario dei Ceri sul Col di Lana e Cece è uno dei protagonisti assoluti di quest’attività.

Le parole suggestive che ha pronunciato il consigliere Pompei in precedenza rappresentano questo grande senso della comunità, l’attaccamento, il sentirsi parte di questo territorio della frazione gloriosa di Branca che attraverso questi ricordi ci testimonia le fatiche, le conquiste, i dolori, i lutti, testimonianze che fanno ripercorrere la vita dell’intera comunità. Abbiamo bisogno di memoria, di ricordi, ma dobbiamo anche guardare avanti, affrontare il presente, affrontare la vita con intensità, lungimiranza.

I giovani hanno bisogno di questi ricordi, di questo senso della storia, del passato, della consapevolezza di ciò che le generazioni precedenti hanno saputo costruire e fare per i propri figli e per i propri nipoti, di ciò che hanno conquistato, le fatiche, le lotte, le sofferenze alle quali sono andati incontro, perché se non c’è questa consapevolezza e si pensa che sia tutto facile, diventa difficile progettare il futuro“.

L’autore Don Benito Cattaneo ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla presentazione del libro e coloro che lo hanno aiutato a realizzarlo. Ha inoltre affermato di essere grato a Fabrizio Cece, il quale diversi anni fa ha svolto una ricerca su Branca, che è stata d’ispirazione e d’aiuto per la realizzazione di questi tre libri, tra cui quest’ultimo “Branca, Il paese“.

Lo stesso Fabrizio Cece ha affermato: “Per me Branca è l’inizio, ho cominciato ad occuparmi di ricerca archivistica con Branca nel 1986, per i primi anni mi sono occupato di Branca, in particolare della famiglia dei signori poi diventati Conti di Branca e di tutto il resto. Lo facevo per divertimento, mi divertiva molto andare in archivio.

Quando sento Branca per me significa ripercorrere i primi anni di ricercatore. Durante la presentazione del primo volume, Don Benito disse ‘Sarei contento se il mio nome fosse accanto al tuo’, ora posso dire che è una soddisfazione avere il mio nome accanto al suo“.

Di Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina