Sant’Ubaldo, i Ceri, le Mura di Gubbio, il Palazzo dei Consoli, il Campanone, il Condotto, i Ceraioli, il Monte sono, i simboli del cosmos, punti di riferimento per quelli che Calzuola amava definire uomini veri

Foto Giuseppe Calzuola

Gubbio e i Ceri in questa opera di Giuseppe Calzuola

GUBBIO (F.C.) – Sono esposte all’interno del Museo Diocesano tredici delle duecentocinquanta opere catalogate del noto scalpellino eugubino Giuseppe Calzuola.

Una collezione permanente, ospitata e fortemente voluta dall’amato ed emerito Vescovo di Gubbio Monsignor Pietro Bottaccioli, dal Capitolo dei Canonici della Cattedrale e dal Comitato “Giuseppe Calzuola. La scelta di uno spazio museale ecclesiastico dove la meditazione spirituale ed artistica diviene realtà unica, incisa nei capolavori di questo illustre artista eugubino e che raccoglie una prospettiva iconografica e stilistica assai rappresentativa del suo operato.

Mentre lavoro, lo scalpello diventa leggero come una piuma” amava ripetere Giuseppe, meravigliato egli stesso di come, sotto le sue mani, la materia più dura divenisse docile e malleabile, quasi perdendo fisicità. Pensieri e sculture sentite sempre come patrimonio di tutta la comunità eugubina, in sintonia con il suo profondo credo.

Foto Giuseppe Calzuola

I Ceri

Sant’Ubaldo, i Ceri, le Mura di Gubbio, il Palazzo dei Consoli, il Campanone, il Condotto, i Ceraioli, il Monte sono, i simboli del cosmos, punti di riferimento per quelli che Calzuola amava definire uomini veri.

Gli stessi che, con l’umiltà dei sapienti, avevano saputo dirigere palazzi maestosi, servendosi di un semplice filo a piombo.

“Chi ha avuto la fortuna di conoscere personalmente il Maestro Calzuola – queste le parole di Tania Tagnani dell’Associazione Culturale “La Medusa”, ente gestore del Museo Diocesanoha potuto sperimentare l’enorme energia di luce e di amore che alimentava costantemente il suo operato artistico.

Le sue profonde virtù tradotte e donate ai suoi concittadini. Nella maggior parte delle sue opere troviamo, infatti, l’amata Gubbio, Sant’Ubaldo, i Ceri con i ceraioli e il Campanone visti come i simboli essenziali di una vita intera”.

Fotografie Museo Diocesano di Gubbio