La Dott.ssa Patrizia Nardi (responsabile della Rete delle macchine a spalla): “Gubbio lavora da molto tempo alla salvaguardia del patrimonio, anche se il percorso Unesco aiuta ad accelerare questi percorsi di attenzione alternativa. La Festa dei Ceri merita l’attenzione del Governo italiano e l’attenzione della comunità culturale internazionale

Foto Ultima Muta

La conferenza stampa in Comune

GUBBIO – E’ stata inaugurata stamane (sabato 25 marzo) nella Sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli l’esposizione temporanea ‘L’Ultima Muta, Il ritorno dei Ceri mezzani a Gubbio“, con i manufatti del’800 arrivati direttamente nella nostra città dal Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma. ‘

Si tratta di un appuntamento di memoria storica, tradizioni ed elevato spessore culturale, che l’Amministrazione comunale ha organizzato anche per favorire e rendere sempre più concreto il riconoscimento Unesco per la Festa dei Ceri di Gubbio.

Il sindaco Filippo Stirati ha affermato: “Voglio sottolineare l’importanza di questa iniziativa nell’ambito di un percorso che sto seguendo da tre anni a questa parte. Abbiamo messo in fila una serie di iniziative di grande rilievo, come il Museo multimediale dei Ceri, il Centro di documentazione alla Biblioteca con relativi corsi di formazione che danno forte spessore a quelle che sono le nostre tradizioni.

Debbo anche ringraziare tutti coloro che sono stati artefici dell’iniziativa che ha portato nel giro di un anno all’opportunità di esporre i Ceri di fine ‘800 a Gubbio. Ringrazio anche il Tavolo istituzionale dei Ceri, l’Università dei muratori, i restauratori volontari e la Dottoressa Tiziana Biganti, per il suo supporto. La nostra peculiarità è che la Festa dei Ceri resta un patrimonio non negoziabile della nostra tradizione e del popolo ceraiolo“.

Foto Ceri mezzani 800

I Ceri mezzani dell 800 a Palazzo dei Consoli

Dott. Leandro Ventura, direttore del Museo arti e tradizioni popolari: “È fondamentale il rapporto con le comunità locali, il Museo nasce nel 1911 per raccontare le differenze regionali. È importante sottolineare il ruolo della salvaguardia di questi beni per raccontare e documentare questi simboli d’appartenenza alla comunità. È giusto anche creare queste occasioni di ritorno alle origini per far conoscere il nostro Museo“.

Dott.ssa Patrizia Nardi, responsabile della Rete delle macchine a spalla: “Gubbio lavora da molto tempo alla salvaguardia del patrimonio, anche se il percorso Unesco aiuta ad accelerare questi percorsi di attenzione alternativa. La Festa dei Ceri merita l’attenzione del Governo italiano e l’attenzione della comunità culturale internazionale.

La salvaguardia della memoria e dell’orgoglio identitario non si possono fare ad alternanza periodica, il patrimonio è talmente delicato che ha bisogno di un’attenzione costante. Le istituzioni accompagnano le comunità a recuperare questa identità storica“.

Foto Ceri mezzani 800

I Santi dei Ceri mezzani dell 800

Dott.ssa Stefania Baldinotti: “Abbiamo attuato un processo di rempatriation, facendo tornare questi elementi culturali nella comunità dove hanno un grande significato ed è un fatto che solitamente si studia negli Stati Uniti.

È una pratica che va avanti con mediazioni ed abbiamo trovato la maniera giusta per venirci incontro. Abbiamo instaurato un rapporto prolifico tra istituzioni e comunità e scritto una pagina del passato e del futuro“.

Francesco Mariucci, storico del Comune di Gubbio: “Tutto inizia nel 1911, in vista della mostra etnografica che si stava organizzando. I Ceri furono venduti a Francesco Polese per 270 lire. Il 29 aprile del 1910 i Ceri furono a Roma, ma Francesco Polese tornò il 15 maggio di quell’anno per capire la Festa. Sappiamo poco sui Ceri mezzani e piccoli, ma possiamo dire che sono molto antichi“.

Foto Ultima Muta

Il taglio del nastro a Palazzo dei Consoli

Presenti in Sala Consiliare a Palazzo Pretorio anche il vescovo Monsignor Mario Ceccobelli, i Presidenti delle Famiglie ceraiole Ubaldo Minelli, Vittorio Fiorucci e Alfredo Minelli, oltre ai Capodieci della Festa dei Ceri 2017, ai Capitani, al Presidente del Maggio Eugubino Lucio Lupini, e a quello dell’Università dei Muratori Fabio Mariani. 

Paolo Salciarini, della Diocesi eugubina ha affermato: “Ringrazio l’ufficio cultura del Comune di Gubbio per il lavoro svolto e per aver ideato questa iniziativa. Guardando i tre santi, Sant’Ubaldo è rimasto nelle vesti pontificali anche se manca un dettaglio che lega la stola al resto, San Giorgio non ha la cerniera sull’elmo e lo scudo, mentre Sant’Antonio non penso sia dello stesso autore, la particolarità è che il Santo è stato vestito con un saio marrone, ma con un mantello nero e quindi è giusto portare la camicia nera.

Tradizionalmente Sant’Ubaldo e San Giorgio vanno sempre bene, ma quello che va corretto definitivamente è Sant’Antonio. Un altro dettaglio è la decorazione effettuata su tela attaccata al legno, così come veniva fatto per i Ceri grandi“.

Di Ilaria StiratiFotografie e video Cronaca Eugubina