Il Consigliere regionale ospite del Notiziario di Cronaca Eugubina: “Gubbio si è troppo fossilizzata sulla materia della produzione del cemento e sull’edilizia. Questo ha fatto sì che una volta completata la ricostruzione e una volta andata in crisi anche la produzione del cemento da parte dei due stabilimenti principali, sono finiti gli sbocchi

Foto Paparelli

L assessore regionale Paparelli

GUBBIO – Giovedì 2 febbraio si è tenuto a Palazzo Pretorio un incontro tra i rappresentanti della politica locale e regionale e gli operatori del turismo e della ristorazione eugubini, con all’ordine del giorno la grave crisi che sta attanagliando il settore del turismo e della ricezione più in generale.

Sono state avanzate le richieste di riconoscimento del danno indiretto, di rinegoziazione della tassazione e di ricostruzione dell’immagine del territorio. In serata il Consigliere regionale Andrea Smacchi, presente all’incontro, è stato ospite del Notiziario di Cronaca Eugubina.

Allora Smacchi, può fornirci la sua chiave di lettura circa le difficoltà oggettive in cui versa l’economia eugubina e il comparto del turismo in particolare?

Foto Andrea Smacchi

Andrea Smacchi

Oggi (ieri a palazzo Pretorio ndr.) è stato un incontro importante in cui abbiamo messo insieme agli operatori del settore del turismo e della ricettività, anche gli operatori del commercio del centro storico e dell’artigianato. Era un momento indispensabile di partecipazione viste le difficoltà di tutti questi settori a causa del sisma di ottobre.

I cali delle prenotazioni, i cali delle presenze e quindi anche i cali dei fatturati sono pesanti. La Regione e lo stesso Governo nazionale non possono non venire incontro alle esigenze di questi cittadini, di queste imprese, di queste ditte individuali.

In questo momento che cosa si sta facendo? Superata la fase dell’emergenza, si comincia a dare una mano a tutte quelle aziende che, in Umbria, quindi anche al di fuori dei comuni del cratere, stanno vivendo le ripercussioni problematiche del sisma.

Foto Andrea Smacchi

Andrea Smacchi

A Roma il Governo sta disponendo un decreto bis sul terremoto che avrà come obiettivo principale quello del rilancio del sistema produttivo su tre linee fondamentali: gli ammortizzatori sociali (per quanto riguarda sia i lavoratori, sia i supporti alle imprese), il rilancio di una campagna di comunicazione e di promozione dei territori che hanno subito delle ripercussioni negative dal terremoto, e riportare accanto alle abitazioni anche le attività soprattutto nei territori più colpiti. Questo sarà fondamentale.

Come ci si arriverà? Probabilmente, si farà una differenza tra i comuni del cratere dove verrà decisa una cosiddetta zona franca con sospensione delle imposte per due anni (2017-2018). Per quanto riguarda tutte le aziende al di fuori del cratere, quindi ad esempio anche la città di Gubbio, ci sarà la possibilità di ricevere il contributo per il danno indiretto, cioè i danni conseguenti al mancato guadagno, ai mancati fatturati a causa del sisma.

Come è avvenuto nel 1997, ci sarà la possibilità di contributi in conto capitale, probabilmente fino a 50.000 euro, per sostenere il momento difficile e soprattutto per far riprendere quelle attività che accanto alla ricostruzione diretta sono la spina dorsale della nostra Regione”.

Foto Andrea Smacchi

Andrea Smacchi ospite del Notiziario

Quali i possibili rimedi per il territorio eugubino?

Credo che veniamo da una situazione di crisi pluriennale e probabilmente il terremoto ha soltanto dato la mazzata finale ad un territorio in grande difficoltà. Quindi rilanciare il turismo sicuramente in questo momento è la base per poter far si che si ritorni a far vivere la città, probabilmente, come avete visto, ci sono meno persone, ci sono meno attività che lavorano, c’è tutto meno e questo tutto meno, dopo anni di crisi, ha causato una situazione drammatica, qualcuno oggi ha parlato di situazione tragica.

Quindi dobbiamo rimboccarci tutti le maniche, perché, dopo la crisi dell’edilizia, tutto si poteva avere meno che una crisi del turismo, del commercio del Centro storico e dell’artigianato, così rischiamo d’implodere.

Dobbiamo organizzarci al più presto, cercare di utilizzare tutti gli strumenti che la programmazione europea ci mette a disposizione e soprattutto cercare di rilanciare quelle attività economiche, che ancora hanno uno spiraglio importante, che ancora possono rendere redditizio il lavoro, venendo incontro anche alle problematiche di molti giovani che, non avendo prospettive, non avendo speranze di lavoro in questo territorio guardano oltre, non soltanto oltre l’Umbria, ma anche oltre l’Italia.

Foto Andrea Smacchi

Smacchi e Gloria Pierini

Gubbio è una città di grandi risorse umane, non crede che però queste risorse, queste competenze, siano state poco valorizzate negli ultimi anni? Che cosa può fare la politica in questo senso?

Riallacciandomi a quello che dicevo prima, probabilmente Gubbio, più di altre città dell’Umbria, sconta una mancata valorizzazione dei giovani, dovuta, secondo me, a due situazioni in particolare. La prima è che Gubbio si è troppo fossilizzata sulla materia della produzione del cemento e sull’edilizia. Questo ha fatto sì che una volta completata la ricostruzione e una volta andata in crisi anche la produzione del cemento da parte dei due stabilimenti principali, sono finiti gli sbocchi.

Foto incontro turismo

L’incontro dibattito in Comune sulle problematiche del turismo

Di fatto la piccola e media impresa esistente non è riuscita più a dare prospettive, a dare possibilità occupazionali e quindi i nostri laureati, le persone migliori, coloro che avevano anche la possibilità di fare dei tirocini formativi nelle aziende del cemento, ora si guardano intorno, spesso escono dal territorio eugubino, spesso escono dal territorio umbro e la cosa peggiore è che non ritornano, perché magari persone formate o che si formano decidono di non tornare perché non vedono prospettive importanti nella nostra Regione.

Dobbiamo riconquistare la possibilità di essere dei produttori di manifattura, perché se ci guardiamo intorno pochi producono e molti lavorano sulla produzione degli altri e questo è un mondo che non può andare avanti così. Noi ci dobbiamo riprendere la forza, la capacità, l’idea e i progetti di una manifattura che in tutto il mondo è considerata all’altezza e che da tutti è vantata come la migliore manifattura del mondo“.

Di Ilaria Stirati – Fotografie e video Cronaca Eugubina