Pietro Tognoloni: “Mio padre e mio nonno mi hanno insegnato ad essere sempre umili, senza vantarsi mai di ciò che è stato fatto sotto il Cero. Si deve correre per Sant’Ubaldo, è l’unico senso del Cero al di là del colore della camicia, è questo che mi hanno trasmesso i ceraioli con cui sono cresciuto“
GUBBIO – Un ceraiolo di lungo corso, un sangiorgiaro vero, della manicchia di Semonte. E’ Pietro Tognoloni, domenica scorsa eletto con 366 voti Capodieci di San Giorgio per la Festa dei Ceri 2017.
Ospite del notiziario serale di Cronaca Eugubina, Tognoloni ha raccontato le emozioni degli ultimi giorni e le persone che lo hanno guidato e ispirato sotto la stanga del Cero del Santo Guerriero.
Che emozione si prova ad essere eletti Capodieci?
“È un’emozione grandissima perché, oltre all’emozione mia, ho visto l’emozione in tutti i ceraioli presenti, gli amici, i Capodieci anziani che mi sono stati vicini. Oltre che emozionante, è stato bellissimo”.
Qual è stata la prima cosa che ha pensato subito dopo la sua elezione?
“Il primo pensiero è andato alla mia famiglia, ai miei figli, a mia moglie, ai miei genitori, a mio zio. Principalmente ai ceraioli della famiglia”.

Pietro Tognoloni ospite di Cronaca Eugubina
È stata una vittoria del tutto inaspettata o c’è stato un momento in cui ha pensato di farcela?
“A dir la verità ho pensato di non farcela. Devo dire che ero tranquillo e fiducioso dei ceraioli di San Giorgio”.
Ci racconta la sua “carriera” ceraiola?
“Ho iniziato da giovanissimo con la grande passione che mi hanno trasmesso mio padre, mio zio, ma anche le famiglie Merli “Salaioli” e Ragnola “dei Zoppi”, storica famiglia di Semonte e capostipite della Manicchia di Semonte. A 15-16 anni già facevo il braccere al mercato, poi ho iniziato a prendere il Cero da ceppo sullo stradone tra la seconda e la terza capeluccia.
Successivamente ho preso il Cero sulla curva della farmacia come ceppo avanti per diversi anni, e ho fatto da Capodieci sempre sullo stradone tra la seconda e terza capeluccia. Ho avuto la fortuna di fare da Capodieci anche nel tratto del mercato tra San Francesco e l’Inam. Quello che vorrei sottolineare è che sotto il Cero si prende e basta e non si dà mai”.

Il Capodieci Pietro Tognoloni con il padre
Suo padre e suo zio (Capodieci di San Giorgio nel 1972) sono state due figure importanti del Cero del Santo Guerriero. Che cosa le hanno insegnato sul Cero?
“Mi hanno insegnato ad essere sempre umili, senza vantarsi mai di ciò che è stato fatto sotto il Cero perché (come ripeto) è una cosa in cui si riceve e non si dà mai, anche perché il Cero si prende in otto. Da solo non si fa niente”.
Parlando del 15 maggio 2017, che Corsa dei Ceri sarà? Come se la immagina?
“Spero sia bellissima e con un bel sole che splende sulla nostra città. A parte gli scherzi, spero che tutti e tre i Ceri facciano una bella corsa in onore di Sant’Ubaldo. Da Sangiorgiaro posso dire che la porta deve essere chiusa perché dai racconti delle persone più anziane si è corso una vita attaccati a Sant’Ubaldo per arrivare insieme e quindi il portone deve essere chiuso.
Si deve correre per Sant’Ubaldo, è l’unico senso del Cero al di là del colore della camicia, è questo che mi hanno trasmesso mio padre, mio zio ed i ceraioli con cui sono cresciuto. Ma di sicuro cercheremo di stare più attaccati possibile a Sant’Ubaldo”.
C’è qualcuno in particolare a cui dedica questo successo?
“La dedico alla mia famiglia che mi è stata sempre vicino, mi ha sempre fatto vivere il Cero liberamente. Se non fosse stato per mia moglie e per i miei figli non sarei arrivato dove sono arrivato. Se non ti lasciano libero, sei ugualmente ceraiolo, però non puoi seguire tutti i vari impegni. Ho avuto questa fortuna e ne ho approfittato”.

Il Capodieci Tognoloni con il padre e i figli
The interview to Pietro Tognoloni, Capodieci of St. Giorgio
After Roberto Guidarelli, this evening (Wednesday January 11 th) the news-bulletin of Cronaca Eugubina has had as special guest the chosen mole Capodieci of St. George Pietro Tognoloni who has told us his own emotions and the people that have inspired him.
“My father and my uncle – affirmed Pietro Tognoloni – have taught me to be always humble, without ever boasting of what has been done under the Cero because as I repeat it is a thing in which is received and it is never given, also because the Cero he takes in eight. Alone it doesn’t do him nothing”.

Pietro Tognoloni ospite di Cronaca Eugubina
“I hope – continued Tognoloni – both very beautiful and with a beautiful sun that shines on our city. Apart the jokes, I hope that everybody and three the Ceri make a beautiful run in honour of Sant’Ubaldo. From Sangiorgiaro I can say that the door must be closed because from the stories of the most elderly people a life is raced attached to Sant’Ubaldo to arrive together and therefore the front door must be closed.
It must be raced for Sant’Ubaldo, it is the only sense of the Cero beyond the colour of the shirt, it is this that you/they have transmitted me my father, my uncle and the ceraioli with which I have grown. Of sure we will try to be more attached possible to Sant’Ubaldo”.
Fotografie Cronaca Eugubina e Photostudio