Uno splendido sole ha accompagnato la Corsa. Incertezze per Sant’Ubaldo all’uscita delle girate della mattina e per Sant’Antonio all’altezza dell’ex Inam. San Giorgio cade nell’ultimo stradone prima dell’arrivo in Basilica

GUBBIO – Nove minuti hanno impiegato i Ceri mezzani a percorrere la distanza che separa il primo stradone dalla Basilica di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio. Un incedere maestoso tra due ali di folla ininterrotta, che ha accompagnato i Ceri lungo gli stradoni fino in vetta al monte Ingino.

Poderosa la progressione del Cero di Sant’Ubaldo, che man mano ha preso un buon margine a San Giorgio. Netta la distanza tra i due Ceri all’altezza dell’Angioletto, anche durante la Corsa del 15 maggio Sant’Ubaldo era salito molto bene in cima al monte Ingino.

Sull’ultimo stradone, poco prima della Cia, San Giorgio è caduto. I santubaldari hanno chiuso la porta della Basilica e scavijato il Cero, dopo le consuete tre girate nel Chiostro. Quando sono entrati San Giorgio e Sant’Antonio, hanno fatto inchini di fronte la Basilica in onore a Sant’Ubaldo.

L’Alzata in piazza Grande

Emozionante l’Alzata alla mattina in piazza Grande, con uno splendido sole che ha illuminato i Ceri mezzani. Forte e sincera la passione con la quale i ceraioli e gli eugubini in piazza della Signoria hanno accompagnato le girate.

E l’uscita da palazzo dei Consoli dei Capodieci Enrico Tomarelli (Sant’Ubaldo), Cristiano Fecchi (San Giorgio), Nicola Caroli (Sant’Antonio), dei Santi e delle brocche.

Peraltro perfette, se si accettua l’incertezza patita dal Cero di Sant’Ubaldo all’uscita della terza girata, quando il Cero stava avviandosi all’imbocco di via XX Settembre.

Corsa dei Ceri mezzani pomeriggio

Anche la Corsa del pomeriggio è stata perfetta. Bellissime le due callate, e Corso Garibaldi, tratti percorsi tra una folla imponente ed entusiasta. Rispetto alla Festa dei Ceri del 15 maggio, rovinata in parte dalla pioggia battente, i Ceri mezzani si sono svolti in una domenica dalle temperature estive.

Il Cero di Sant’Antonio ha avuto una incertezza all’altezza dell’ex Inam, ed è rimasto distanziato nei tratti di San Martino e via dei Consoli.

Le girate della sera si sono svolte in un’atmosfera unica, con il sole che illuminava la piazza obliguamente e il suono del Campanone a scandire le gesta dei ceraioli. All’uscita delle girate della sera Sant’Antonio ha avuto un’altra piccola incertezza, subito superata dai ceraioli in camicia nera che hanno ripreso vigorosamente la Corsa.

Francesco CaparrucciFotografie Simone Grilli