Don Mirko Orsini: “Vorrei ringraziare di fronte Sant’Ubaldo i capitani e i capodieci dei Ceri perché quella di quest’anno è stata una Festa all’insegna dell’amicizia, del rispetto, della concordia e della gioia“
GUBBIO – Il pomeriggio del 15 maggio è cominciato con la pioggia battente, era prevista ed è arrivata puntuale. Ma la Festa non ne ha risentito, e si è svolta in maniera spettacolare e senza indecisioni da parte dei tre Ceri. Emozionante la processione con la statua del Santo Patrono, che ha risalito corso Garibaldi nel momento di maggiore intensità della pioggia.
- La processione di Sant’Ubaldo
- La callata
- La callata 2016
Molte le mani dei ceraioli che si sono protese verso la mantellina gialla di Sant’Ubaldo, per toccarla e chiedere in questo modo la protezione del Patrono. Squillo di tromba del trombettiere Marco Tasso, e i Ceri hanno imboccato la callata e poi corso Garibaldi percorrendolo perfettamente.
Incedere maestoso dei Ceri anche al mercato, lungo la curva della farmacia e all’imbocco di via Cavour e San Martino, dove Sant’Antonio è apparso un po’ distaccato mentre San Giorgio ha tenuto testa a Sant’Ubaldo. Spettacolare via dei Consoli, dove si è potuto apprezzare lo sforzo e la tenacia di tutti i ceraioli.
I video dei Ceri in via dei Consoli e le girate della sera
Via XX settembre e i due buchetti

Via dei Consoli
Percorsi a grande velocità i tratti di via XX settembre e dei due buchetti, dove i ceraioli procedono senza braccieri e quasi a passo d’uomo per la ripidità della salita.
Quest’anno non c’erano le suore di clausura alle minestre delle Orfanelle a salutare il passaggio dei Ceri.
Durante la sosta alla Porta di Sant’Ubaldo abbiamo notato che mancava la punta del braccetto superiore al Cero del Santo Patrono.
Grande tensione e attesa per la scalata al monte Ingino, che anche quest’anno presentava un ottimo colpo d’occhio di ceraioli nonostante il clima autunnale lungo gli stradoni e in vetta alla Basilica.
L’arrivo in Basilica

Ascesa al monte Ingino
Dopo le note vicende degli anni scorsi, e la presa di posizione di quest’anno dei santubaldari con una lettera, era attesissimo da parte di tutti i ceraioli l’arrivo in Basilica.
E’ stata una ascesa al monte Ingino velocissima, con Sant’Ubaldo che ha subito preso un certo vantaggio a San Giorgio, difendendolo fino all’arrivo in Basilica.
Qui i ceraioli santubaldari sono riusciti a chiudere la porta con tranquillità, poi il Cero del Santo Patrono ha effettuato tre girate all’interno del Chiostro, e infine è stato scavjato.
Ma il Santo ha atteso all’ingresso della Basilica l’ingresso dei Ceri di San Giorgio e Sant’Antonio. L’epilogo della Festa dei Ceri 2016 è stato sereno: San Giorgio e Sant’Antonio hanno fatto inchini di fronte il Santo di Sant’Ubaldo, che subito dopo è stato portato all’interno della Basilica.
Le parole di don Mirko Orsini

I Ceri sugli stradoni del monte Ingino
“Vorrei ringraziare di fronte Sant’Ubaldo i capitani e i capodieci dei Ceri perché quella di quest’anno è stata una Festa all’insegna dell’amicizia, del rispetto, della concordia e della gioia. – ha affermato don Mirko Orsini al microfono – La gioia di poter vivere insieme la Festa dei Ceri. Con gioia e insieme nella Casa del Patrono. Prego Sant’Ubaldo perché interceda per voi tutti“.
E’ seguita una preghiera recitata da don Fausto Panfili, quindi tutti i ceraioli hanno cantato l’inno al Patrono “O lume della Fede“.
La processione dei Santi verso la città è stata l’ultimo atto di una Festa intensa, concitata e bagnata dalla pioggia. Ma sempre bella e con un raggio di sole finale che sa di speranza e di felicità.
Francesco Caparrucci – Fotografie Simone Grilli