Intervista a Cronaca Eugubina del Capodieci del Cero di San Giorgio

GUBBIO – A circa un mese dalla Festa dei Ceri, il capodieci di San Giorgio Matteo Battistelli racconta al nostro giornale la sua carriera ceraiola, e le sensazioni e le emozioni che lo accompagneranno da qui fino al 15 maggio.

Matteo Battistelli, 45 anni, appartenente alla “manicchia” di San Pietro è cresciuto in un’autentica famiglia ceraiola, suo zio Stefano Battistelli alzò il Cero di San Giorgio nel 1989, e solo un anno fa suo fratello Daniele è stato capodieci di Sant’Antonio.

Foto Matteo Battistelli

Matteo Battistelli nel 1978 nelle girate in piazza Grande

La sua famiglia si divide dal punto di vista ceraiolo in due tronconi: il ramo paterno di fede sangiorgiora e la parte materna di fede santantoniara. Oltre a suo zio Stefano Battistelli capodieci nell’89, va ricordatoBocale che alzò il Cero di San Giorgio negli anni ’20.

Mentre dal lato materno vanno ricordati Alfio Cappannelli dettoScelba che alzò il Cero di Sant’Antonio nel’67 e suo figlio Alberto Cappannelli caramellone, fratello della madre, altro storico capodieci di Sant’Antonio nel 1995.

Matteo Battistelli ha una lunga storia ceraiola da raccontare. Ha iniziato con la spallata al Cero piccolo, per poi passare al mezzano e al Cero grande. A diciassette anni (nel 1987) ha iniziato a prendere il Cero grande nell’ultima muta di via XX Settembre come punta dietro, evento che ricorda come uno dei più felici della sua carriera ceraiola. Ha portato il Cero in via dei Consoli nella muta discatizza”. Per lungo tempo è stato parte della muta di Barbi in corso Garibaldi, prima con il mezzano, poi con il Cero grande.

Foto Matteo Battistelli

I fratelli Matteo e Daniele Battistelli

Gli piace ricordare i ceraioli che prima di lui facevano parte di questa muta come Ezio Casagrande, Valentino Pierotti e Sauro Bicchielli. E’ affettivamente legato non solo ai singoli ceraioli ma all’intera muta. Persone con cui ha condiviso la sua esperienza ceraiola per anni come Francesco Pascolini che sarà il suo Capocettail 15 maggio, definito unfratello di Cero”, Matteo Gavirati, Pietro Pino, Alessandro Ronchi e Giorgio Menichettidella Tina”, Giuseppe Belardi, Angelo Fecchi, Paolo Costantini, Angelo Acciari, Marco Bellucci, Luca Ghigi, Giorgio Bagnoli, Moreno Panfili.

Tra i ceraioli storici ricorda con affetto gli zii Stefano e Elvio. Ma più che dimaestri di Cerosi sente molto legato ai luoghi in cui ha vissuto la sua esperienza ceraiola, il quartiere di San Pietro, in particolare la Madonna degli Angeli e Corso Garibaldi. Luoghi in cui si incontravano veri ceraioli e si respirava il vero spirito della Festa. “I maestri erano i vicoli e la gente che li animava dice lui stesso.

Riguardo la questione dell’allungamento del percorso della Festa dei Ceri, con la proposta di anticipare l’Alzatella in via Baldassini, non lo ritiene un cambiamento particolarmente sentito, alla riunione dei sangiorgiari non erano presenti molti giovani e la questione non è stata ritenuta prioritaria.

Foto Matteo Battistelli

Corso Garibaldi

In relazione alla questione della chiusura della della Porta della Basilica di Sant’Ubaldo, considera normale il fatto che i santubaldari chiudano la porta della Basilica, ma una volta chiusa preferirebbe che i Ceri vengano “scavjati” insieme.

Ma questi sono fattori secondari rispetto ai valori fondanti della Festa dei Ceri. afferma Matteo Battistelli Il senso di appartenenza, di condivisione ed emozione sono la struttura prioritaria su cui si basa lo spirito di questa grande Festa popolare”.

Alessandro Galassi – Fotografie di Matteo Battistelli